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L’intervista

Laghi: «La “rivoluzione gentile” in Calabria ha attecchito»

Il neo consigliere regionale della lista “De Magistris presidente” valuta positivamente l’esito della sfida portata avanti dal Polo civico: «È l’inizio di un cammino proficuo»

Pubblicato il: 10/10/2021 – 7:19
di Roberto De Santo
Laghi: «La “rivoluzione gentile” in Calabria ha attecchito»

LAMEZIA TERME Non ci sta a definirla una sconfitta. Anzi, il progetto portato avanti dal variegato mondo delle liste che hanno composto la compagine riunita attorno a Luigi de Magistris rappresenta «l’incoraggiante inizio di un cammino che credo ci darà sempre maggiori soddisfazioni». Ne è fermamente convinto Ferdinando Laghi, classe ’54, medico, uno dei due neo consiglieri regionali della lista “De Magistris presidente”. Il presidente dell’International society of doctors for the environment (Isde) ha speso una vita per portare avanti decine di battaglie in difesa della salute e dell’ambiente in Calabria. Un impegno che è valso a Laghi ad ottenere tanti riconoscimenti. Tra cui la menzione all’Accademia dei Lincei a Roma e la cittadinanza onoraria Serrungarina, nelle Marche. Nel palmares la menzione del quotidiano l’Unità nel novero dei “Nuovi Mille. Gli italiani che fanno l’Italia: Ferdinando Laghi. Un medico contro le eco-mafie”. Da lì trae le energie il “medico dell’ambiente” per far entrare a Palazzo Campanella quei temi a lui da sempre cari ed annuncia battaglia in Consiglio contro quelle che definisce «opacità e silenzio complice».

Dottore come nasce la sua scelta di candidarsi alle Regionali al fianco di de Magistris?
«Dall’esigenza di contribuire ad un cambiamento epocale della nostra Regione, depredata e defraudata di ogni diritto ormai da troppo tempo e di farlo attraverso un progetto politico serio e credibile e con una persona che garantisse capacità politica e amministrativa, coerenza, coraggio, integrità morale e competenza. Luigi de Magistris mi garantiva tutto questo».

Secondo lei perché quella che lei ha definito una “rivoluzione gentile” per indicare la proposta politica della squadra dell’ex sindaco di Napoli non ha attecchito in Calabria?
«Non sono d’accordo. La “rivoluzione gentile” ha attecchito. I 130.000 voti dei calabresi che l’hanno condivisa stanno lì a dimostrarlo. Una percentuale superiore al 16% conquistata da una compagine nata solo nove mesi prima, senza riferimenti territoriali consolidati, senza apparati, senza alcun incarico di governo – e dunque senza i vantaggi elettorali collegati – senza mezzi economici che non fossero l’autofinanziamento, è oggettivamente un successo, come tanti analisti politici seri hanno riconosciuto. Quando poi questo si verifica in una regione “difficile” come la Calabria, in cui una parte del voto – non irrilevante – viene condizionata e dove la sfiducia nei confronti della politica è ampiamente – e, purtroppo sin qui, giustamente – consolidata, che ha come conseguenza altissime percentuali di astenuti, allora il successo appare ancora più evidente. Che poi noi ci aspettassimo e chiedessimo un sostegno più ampio, è un altro discorso. La iniziale delusione, dopo lo scrutinio, era inevitabile, ma ciò non inficia la bontà del progetto e il risultato ottenuto che è senz’altro positivo. Ricordo infine, a mo’ di paragone, che alle precedenti elezioni regionali, solo due anni fa, il raggruppamento che fungeva da Polo Civico e il Movimento 5 Stelle, partito di governo, hanno, insieme, raccolto poco più del 14%, cioè ampiamente al di sotto del nostro risultato odierno».

Eppure, per alcuni, quella sfida è stata persa e segni la fine di iniziative politiche basate sul civismo in Calabria.
«Torno a ripetere, la mia analisi – e non soltanto la mia – non evidenzia alcuna sfida persa, bensì l’incoraggiante inizio di un cammino che credo ci darà sempre maggiori soddisfazioni, proprio perché si rifà ad una modalità di far politica diversa rispetto ai partiti tradizionali. Partiti che, ormai da molto tempo, hanno perso ogni radicamento tra la gente e che si connotano sempre più come aggregazioni di interessi di parte o addirittura personali. Il nostro Polo civico, non ha nemici, si rivolge alla gente di cui ascolta le necessità e supporta i diritti, facendo cioè quello che la Politica dovrebbe fare e che, in Calabria, non fa».  

Puntavate molto nel riuscire a convincere gli indecisi. Ma soprattutto quanti da tempo non vanno più a votare. Invece il tasso di astensionismo in Calabria non è cambiato. Perché secondo lei questa regione che seppur abbia tanto bisogno di partecipazione resta fanalino di coda quando si tratta di recarsi alle urne?
«La disaffezione al voto è un problema grave e importante e riconosce varie componenti. Certamente l’evidente indistinguibilità tra le forze politiche che hanno governato la nostra Regione, facendo diventare la Calabria l’ultima Regione d’Italia e tra le ultime in Europa per reddito pro-capite, servizi, occupazione, tutela dei diritti e della legalità, ha giocato un ruolo determinante. C’è poi da considerare che l’innovazione, il cambiamento, anche dal punto di vista elettorale è una caratteristica peculiarmente dei giovani. Giovani che, proprio per le disgraziate politiche che li hanno riguardati, continuano ad emigrare dalla nostra terra per arricchire con la loro intelligenza e il loro saper-fare altre Regioni. Insomma alla desertificazione ambientale si è unita quella umana, con le ricadute del caso anche sotto il profilo elettorale». 

Lei ha incentrato la sua campagna elettorale su temi che le sono da sempre cari: la difesa dell’ambiente, la salute pubblica ed i beni comuni. Come conta di far entrare queste tematiche nell’agenda politica del Consiglio regionale?
«Esattamente come avrei fatto se avessimo vinto le elezioni. Portando idee e proposte, che derivano dalla mia esperienza e dalla mia competenza, nell’aula del Consiglio regionale. Sono e saranno proposte sensate, praticabili, necessarie. Se avessimo avuto la responsabilità del governo della Calabria, le avremmo immediatamente attuate. Ora le affideremo alla valutazione dell’Aula. Spero vengano valutate per la loro consistenza e congruità e non pregiudizialmente bocciate perché provenienti dai banchi della Minoranza. In ogni caso, ognuno prenderà le proprie responsabilità e sarà nostro preciso compito ed obiettivo far sì che ciò che accade nel “Palazzo” sia noto e chiaro all’opinione pubblica calabrese. Il tempo delle opacità e del silenzio complice non sarà più, per quanto ci riguarda, né garantito né tollerato». (r.desanto@corrierecal.it)

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