CATANZARO «Quegli atti predisposti dagli uffici della Regione portati alla firma degli organi politici a ridosso di ferragosto che imponevano la soppressione del Corap senza aver sentito il parere né del commissario straordinario né del revisore unico dei conti di nomina regionale, sono allo stato illegittimi e vanno sospesi perché in contrasto con la legge e diverse pronunce della Corte Costituzionale (del 1991, del 2010 e del 2016)». È quanto rende noto il commissario straordinario del Consorzio, Renato Bellofiore informando della decisione del Tar della Calabria «in accoglimento dell’istanza di tutela cautelare depositata a settembre dal sottoscritto, patrocinato dall’avv. Enrico Paratore del foro di Palmi, e rinviando nel merito al prossimo mese di marzo 2022».
«In particolare, il Tribunale amministrativo – prosegue Bellofiore – dice chiaro che la delibera di Giunta n. 411/2021 ed il Decreto del presidente f.f. n. 147/2021 approvati a fine agosto, impugnati per illegittimità, non potevano essere adottati in regime di prorogatio. Si legge nel provvedimento che “durante la fase di prorogatio, i poteri di Giunta e presidente, al pari del Consiglio, non possono che essere limitati al solo esercizio delle attribuzioni relative ad atti necessari ed urgenti, dovuti o costituzionalmente indifferibili e non già certo come espressiva di una generica proroga di tutti i poteri degli organi regionali, giacché l’esistenza di questi limiti è immanente all’istituto della stessa “prorogatio”»
«Si tratta di atti – sostiene ancora il commissario – che avevano gettato il Corap, con all’attivo 94 dipendenti, nuovamente nel baratro della liquidazione con conseguente obbligo di vendita del suo patrimonio pubblico, licenziamenti e definitiva chiusura. Una messa in liquidazione inaspettata ed in aperta contraddizione con quanto deciso solo qualche mese prima dalla stessa Regione che ne sosteneva l’importanza del rilancio. Oggi, più che mai, la nuova Regione dovrà mettere in conto che grazie a leggi di rango nazionale e regionale, le Asi, oggi Corap, sono affidatarie, da oltre mezzo secolo, di funzioni pubbliche importantissime sul tema dell’attrazione degli investimenti, dello sviluppo economico di aree industriali e della depurazione ma anche in possesso di professionalità, cultura ed esperienze tali da poter essere proposte come uno dei volani dello sviluppo e della crescita sociale della Calabria».
«Proprio nell’ottica di risanamento e rilancio, nei cinque mesi di mia amministrazione dopo la sentenza della Consulta – sostiene ancora Bellofiore – il Corap aveva provveduto a colmare i ritardi accumulati negli anni del commissariamento regionale durante i quali, spiace dirlo, si è pensato a tutto tranne che a compiere gli atti fondamentali per la vita dell’Ente ed a realizzare l’accorpamento delle cinque ex Asi».
x
x