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la sentenza

Omicidio Bruni, la Cassazione assolve Patitucci e Porcaro

Erano accusati di essere i mandanti del delitto del capo dei “Bella Bella”. Sulla vicenda aleggia anche il caso della corruzione tra Manna e Petrini

Pubblicato il: 27/10/2021 – 18:39
di Alessia Truzzolillo
Omicidio Bruni, la Cassazione assolve Patitucci e Porcaro

ROMA La prima sezione penale della corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura generale di Catanzaro e ha assolto, in via definitiva, Francesco Patitucci e Roberto Porcaro dall’accusa di essere i mandanti dell’omicidio di Luca Bruni – avvenuto il 3 gennaio 2012 a Castrolibero.
In primo grado, con rito abbreviato, Patitucci, difeso dagli avvocati Marcello Manna e Luigi Gullo, era stato condannato a 30 anni di reclusione mentre Porcaro, difeso da Gianluca Acciardi e Sergio Rotundo, era già stato assolto in abbreviato.
Secondo la ricostruzione dell’accusa Luca Bruni è stato ucciso pochi giorni dalla sua scarcerazione. Dopo la morte del fratello Michele era divenuto l’esponente di spicco del clan cosentino “Bella Bella” e chiedeva conto alle altre consorterie del capoluogo bruzio circa la spartizione dei proventi delle attività illecite sul territorio. A distanza di due anni il suo corpo è stato trovato tra le campagne di Orto Matera, tra Castrolibero e Rende grazie alla collaborazione di Adolfo Foggetti che si autoaccusò del delitto. Bruni sarebbe stato attirato in un tranello, facendogli credere di partecipare a un incontro con i vertici dell’organizzazione mafiosa. Tra i mandanti risulta esservi Maurizio Rango, condannato all’ergastolo in via definitiva.
A fare riaprire un secondo procedimento sui mandanti furono le dichiarazioni dei collaboratori Daniele Lamanna, Franco Bruzzese, e successivamente Adolfo Foggetti condannati per l’omicidio di Luca Bruni insieme a Maurizio Rango.

Il secondo grado e il caso Petrini

In secondo grado, a dicembre 2019, la Corte d’Assise d’appello di Catanzaro, presieduta dal giudice Marco Pietrini, ha assolto Porcaro e anche Patitucci. A distanza di poco più di un anno il giudice Petrini è stato incriminato per corruzione in atti giudiziari. Il giudice ha iniziato un percorso di collaborazione con la Dda di Salerno, delegata per i reati che riguardano le toghe del distretto di Catanzaro, e si è accusato di una serie di reati tra i quali quello di essersi avere ricevuto la somma di 5000 euro dall’avvocato Manna per assolvere Patitucci. Lo scorso 5 ottobre la Dda di Salerno ha notificato la chiusura delle indagini preliminari all’avvocato, e sindaco di Rende, Marcello Manna e al giudice, ora sospeso, della Corte d’Appello di Catanzaro Marco Petrini. L’accusa, per entrambi, è quella di corruzione in atti giudiziari aggravata dal metodo mafioso per avere agevolato la cosca cosentina Lanzino-Patitucci. La sentenza d’appello che assolve Patitucci, emessa il 4 dicembre 2019 sarebbe, secondo l’accusa, «contaminata in radice dagli eventi corruttivi».
Non resta ora che aspettare e vedere se questa sentenza della Cassazione peserà anche sul caso della corruzione tra Manna e Petrini. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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