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La riflessione

«Il G20 dia priorità alle persone»

Vorrei che riflettessimo solo qualche minuto, su quanto in questi giorni sta dibattendosi al G20 in relazione in particolare alle misure relative agli interventi di sostegno ai popoli ed alle nazi…

Pubblicato il: 31/10/2021 – 10:45
di Vincenzo Caserta*
«Il G20 dia priorità alle persone»

Vorrei che riflettessimo solo qualche minuto, su quanto in questi giorni sta dibattendosi al G20 in relazione in particolare alle misure relative agli interventi di sostegno ai popoli ed alle nazioni più povere al mondo.
Non tanto su cosa fare per costruire programmi onde sostenerli ma, cercando nel nostro piccolo di segnalare qualche modesto contributo operativo forse non completamente risolutivo ma, certamente efficace e che può dare da subito, il segnale concreto dopo il summit di reale stimolo al processo di crescita e di rinascita dei popoli in difficoltà.
Il nostro Presidente del Consiglio ha tenuto a dire che l’economia risulta in ripresa anche se con percentuali differenziate tra paesi e paesi anche tra quelli dei 20 più solidi al mondo.
L’Italia sta sicuramente meglio del 2020 ed ha recuperato nel Pil attuale tanta credibilità in questa fase, anche se alcune misure risultano ancora ad oggi poco digeribili per uno stato democratico come il nostro.
Ma, l’attenzione maggiore credo debba essere posta sulla disparità ed sulle distanze che risultano nei paesi in forte ritardo piuttosto evidenti.
Bisogna, che l’impegno di tutti sia indirizzato ad una ripresa dell’economia mondiale che non lasci indietro nessuno, partendo dai principi cardine del G20, una delle tre P sulle quali il Summit preparato già da anni prima, sia veramente un summit che dia una svolta epocale al sistema economico mondiale ed indirizzi gli orientamenti economici futuri verso una nuova economia.
La P cui faccio riferimento è la Persona le altre due P sono il Pianeta e la Prosperità.
Bene, è da questa che bisogna partire ma, diventa necessario che i 20 diano una programmazione operativa concreta, che vada nella direzione di considerare la persona nella sua totalità centrale ed indispensabile al processo di crescita e di autonomia.
Ritengo, che se il metodo sarà questo negli anni a venire, potremo vedere reali svolte ma, se ogni programma andrà ad esaurirsi vanamente ci troveremo a riprogrammare summit successivi senza aver avuto soluzione ai problemi e ove i temi saranno sempre gli stessi.
Tali azioni dovrebbero avere come fase primordiale il sostegno delle Nazioni più forti su quelle economicamente più deboli, dove il processo di sussidiarietà tra popoli dovrebbe essere continuo ed integrativo nel tempo (almeno decennale) attraverso una programmazione elaborata da tecnici esperti in cooperazione internazionale sovra coordinata dall’ONU.
Non è certamente una impresa facile ma, attivabile. Una impresa che vede il reale impegno delle Nazioni economicamente più forti, finalizzato al sostegno della Nazioni più povere dove le attività economiche, ad esempio, vadano in loco a sostenere i ritardi di sviluppo dando una reale svolta non a distanza ma nei loro territori.
Bene, tale operazione potrebbe essere avviata da subito anche attraverso forme di tassazione solidale a cominciare dai nostri politici che potrebbero autotassandosi, sostenere particolari forme di economia solidale individuando da subito tra tutte quelle che versano in una situazione di assoluto disagio.
Un’ autotassazione che duri anche nel tempo che non sia legata ad un intervento straordinario ma che sia una forma di sostegno continuo per chiunque assume incarichi pubblici.
Penso, che questa potrebbe essere una prima maniera di dimostrare quanta vicinanza e credibilità possa essere offerta ai popoli più bisognosi.
Quindi non ricercare solo le risorse pubbliche ma riuscire a sostenerli anche dando di proprio.
Sarebbe una occasione oltreché significativa, già attivabile, operativa e risolutiva.
Naturalmente, questo contributo può essere esteso ad altri soggetti. Il sistema solidaristico che abbraccia il mondo del lavoro nella sua totalità potrebbe diventare elemento aggiuntivo di quella riserva economica di cassa continua e immediatamente disponibile, finalizzata al sostegno dei nostri fratelli più bisognosi.
La formazione in loco di persone in grado di dare il contributo di crescita ai loro popoli attraverso il sistema del sostegno diretto della formazione in the job soprattutto di quei giovani in questi giorni più volte richiamati nei discorsi dei leader dei paesi coinvolti che possono e devono diventare volano di sviluppo dei loro popoli.
Gli investimenti che si potrebbero affidare alle organizzazioni non governative accreditate già dai sistemi internazionale finalizzati alla costruzione di strutture e servizi sanitari e sociali indispensabili, dove potrebbero trovare anche conforto tutte le azioni da fare per la lotta alla pandemia.
La costruzione di strutture socio sanitarie e del sistema scolastico di base in paesi del terzo mondo costa molto poco.
Il sostegno immediato al bisogno alimentare.
L’utilizzo delle nuove tecnologie che hanno dato e continuano a dare al sistema internazionale dei collegamenti e della capacità di comunicare ed essere vicini.
Porre fine a questo disumano sciame migratorio, e far terminare finalmente questo continuo stillicidio umanitario che a volte uccide, dividendo le famiglie d’ origine dei migranti costringendo altresì le persone a sopravvivere in paesi stranieri molte volte in assenza dei beni essenziali della vita comune.
Sono solo piccoli ma, importanti segnali da dare subito sia per non fare apparire i summit come lontani dai contesti e dalle persone, sia per dare quel messaggio di integrazione che nella foto ricordo di ieri è stato già dato con la partecipazioni di soggetti che hanno contribuito alla soluzione di problemi legati alla pandemia.
Perché, domani non sognare una foto ricordo in un summit dove sia i politici sia gli organismi non governati possano essere rappresentati da persone comuni. Sarebbe molto bello e significativo per tutti. Un’autentica lezione di civiltà globale.
*già dirigente Regione Calabria

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