Non è un mistero la mia lunga militanza in Calabria nelle fila di Forza Nuova, avendo ricoperto anche incarichi a livello regionale candidandomi anche alla Camera dei Deputati ed impegnandomi in diverse iniziative nella mia città e regione a livello sociale ed a difesa della sanità pubblica. Era una Forza Nuova strutturata con sezioni in tutta Italia e con una direzione nazionale e con associazioni organiche al movimento. Con sempre segretario nazionale Roberto Fiore, avevano aderito a Forza Nuova negli anni importanti giudici come Sossi, il primo uomo dello Stato rapito dalle Brigate rosse , ed ancora il giudice Ferraro titolare dell’inchiesta sull’omicidio di Melania Rea, passando poi per illustri sindacalisti provenienti dalla Cgil come il siciliano Gioacchino Basile ed il presidente nazionale dell’associazione Sos Racket e Usura, Frediano Manzi, uno storico militante e dirigente di Rifondazione comunista. Era un movimento che cercava la strada democratica lontano dai racconti che ho ascoltato dopo la vicenda dell’assalto alla Cgil avvenuto lo scorso ottobre, costato l’arresto a Roberto Fiore insieme ad altri esponenti di Forza nuova. Io ho dato ufficialmente le dimissioni nel 2016 da ogni incarico e dal movimento stesso ed oggi venuto a conoscenza delle gravi condizioni di salute del segretario nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore, detenuto nel carcere di Poggioreale a Napoli, scrivo da privato cittadino una lettera aperta a Franco Corbelli, leader del movimento Diritti Civili, per chiedere il suo aiuto. Gli avvocati difensori di Fiore, Carlo Taormina e Nicola Trisciuoglio hanno denunciato le gravi condizione di salute del loro assistito che è a rischio ictus , «la detenzione in queste condizioni di salute, è un atto inumano» hanno scritto i legali. «Roberto Fiore ha oggi 62 anni e non sta bene, soffre di neurite vestibolare che nel recentissimo passato gli ha causato spesso attacchi di vertigini improvvise con nausea, vomito, nistagmo (movimento involontario degli occhi) e incapacità di mantenere la stazione eretta». Questo è il quadro clinico di Fiore dichiarato dai suoi avvocati i quali annunciano che nei prossimi giorni parleranno coi Pubblici ministeri Di Taranto e con il gip Annalisa Marziano del Tribunale di Roma. «Considerato che per la sussistenza della necessità della custodia cautelare è palese che difettino elementi quali il pericolo di fuga o l’inquinamento delle prove, per cui ben possono essere prese in considerazione forme alternative alla custodia cautelare in carcere nel rispetto della dignità umana», fanno sapere ancora gli avvocati Taormina e Trisciuoglio. Dalla mia terra calabrese, appreso tutto, ciò chiedo l’intervento di Franco Corbelli, molto sensibile a richieste di questo genere e strenuo difensore di quelli che sono i diritti civili di ogni cittadino indipendentemente dalla visione e posizione politica ed ideologica e ceto sociale che possa avere. Sulla detenzione in carcere di Roberto Fiore si è espresso anche il noto giornalista Piero Sansonetti che dalla sua posizione ortodossa di anti-fascista ha però ritenuto ingiusta la misura cautelare di Fiore. Lancio il mio appello pubblico di aiuto a Franco Corbelli, perché anche il suo impegno e contributo in questa vicenda può risultare importante. So che anche il Partito radicale si sta muovendo per le gravi condizioni di salute del segretario nazionale di Forza nuova e di conseguenza anche la voce di Corbelli dalla mia Calabria darebbe forza a quello che è una richiesta di rispetto della dignità umana. Poi che le indagini ed i processi si facciano pure, ma in questo frangente è a rischio la vita di una persona umana che non ha ancora ricevuto una condanna da nessun Tribunale in merito ai fatti contestati che hanno portato all’arresto di Roberto Fiore.
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