«Centro studi Palmi, l’ammanco non è mai stato accertato»
Il legale del custode giudiziale: «Importi indicati inconferenti con la realtà. E il procuratore generale ha chiesto l’annullamento della sentenza»

In riferimento all’articolo Somme sottratte al “Centro Studi” di Palmi, condannato custode giudiziale”, il cui contenuto è tratto dalla nota stampa diffusa da uno degli avvocati di parte civile nella vicenda, riceviamo e pubblichiamo
Con la presente, nell’interesse dell’avvocato Domenico Scalfari, significo quanto segue:
1) Nel procedimento penale in questione l’asserito ammanco che, secondo l’articolo pubblicato ammonterebbe a un milione di euro, non è stato mai accertato e non avrebbe potuto esserlo e l’importo indicato nell’articolo è del tutto inconferente con il dato di realtà. Infatti:
– il totale delle entrate della procedura in questione ammonta a € 1.510.769,72 (sul punto vi è prova documentale);
– i costi di gestione dell’immobile sono tutti documentati e riconosciuti dalla parte civile (sul punto vi è prova documentale);
– la procedura si è conclusa con il pagamento dei creditori, l’estinzione del pignoramento e la restituzione dell’immobile alla società debitrice (sul punto vi è prova documentale).
2) il Procuratore Generale in requisitoria ha espressamente e chiaramente chiesto l’accoglimento del motivo di ricorso relativo alla confisca dell’asserito profitto del reato poiché i giudici del merito ne avevano omesso la motivazione (i.e. non si comprende, ancora adesso, come siano arrivati alla somma di € 277.817,88) e, non potendosi, allo stato, quantificare esattamente l’asserito danno subito, ha chiesto l’annullamento della sentenza con rinvio ai Giudici del merito.
Giuseppa Gagliostro
avvocato