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l’udienza

Rinascita Scott, chiesta la revoca del carcere per Pittelli

La difesa: «Ha un Parkinson incipiente». L’imputato parla per la prima volta nel processo: «Dimostrerò la mia estraneità al concorso esterno. Quella a Carfagna era solo la lettera a un’amica»

Pubblicato il: 20/12/2021 – 12:04
di Alessia Truzzolillo
Rinascita Scott, chiesta la revoca del carcere per Pittelli

LAMEZIA TERME Afferma che quando gli avvocati difensori lo autorizzeranno offrirà tutti gli elementi che dimostrano la sua «estraneità alle accuse di concorso esterno» riguardo all’aver disvelato atti secretati. Per la prima volta parla nell’ambito del processo Rinascita Scott l’avvocato ed ex parlamentare, Giancarlo Pittelli. Parla in collegamento dal carcere di Melfi, dove è ristretto in seguito alla decisione del Tribunale di Vibo Valentia di aggravare la misura cautelare a causa della scoperta di una lettera che Pittelli, ristretto ai domiciliari, aveva inviato al ministro per il Sud Mara Carfagna. Una lettera nella quale l’avvocato chiede aiuto all’amica ed ex collega di partito. «Ex amica», l’ha definita l’avvocato Salvatore Staiano che ha chiesto al collegio la revoca della decisione dei giudici. Il difensore parla di un uomo professionalmente, moralmente e finanziariamente distrutto che aveva chiesto aiuto che si rivolgeva alla parlamentare, non al ministro, cosa che, secondo la difesa, poteva fare.
Staiano sostiene che Pittelli sia affetto da un «Parkinson incipiente» e la prova starebbe nel fatto che nella lettera inviata alla Carfagna Pittelli parla di non essere stato interrogato né dal pm, né dal gip, cosa falsa. La difesa sottolinea il precario stato di salute dell’imputato – trattato «come una pallina da ping pong», convinto di essere vittima di un complotto nel quale sarebbe implicata anche la Cia. Staiano chiede, appellandosi anche a questioni di diritto oltre che umane, che venga accolta l’istanza di revoca della misura cautelare.
Pittelli, dal canto suo, afferma di avere scritto una lettera «a una vecchia amica». Afferma di non avere mai «inteso interferire nel processo e sul processo». Afferma di esistere solo in programmi televisivi e negli atti giudiziari con un clamore mediatico che «non ho mai visto in 40 anni di carriera». Dice che dimostrerà la sua estraneità ai fatti contestati. Il pm Andrea Mancuso ha affermato che l’istanza di revoca è inammissibile. Il collegio si è riservato di decidere. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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