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Ritorno a scuola, “no” del governo al rinvio

Nonostante l’incremento dei contagi, l’esecutivo tira dritto. Si discute sulla soglia minima per mandare le classi in Dad

Pubblicato il: 03/01/2022 – 19:58
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Ritorno a scuola, “no” del governo al rinvio

ROMA È scontro sul rientro a scuola dopo le vacanze di Natale, visto l’andamento dei contagi. Secondo fonti del governo, non ci sarà alcuno slittamento e le date di ripartenza delle scuole restano quelle previste dal calendario, tra il 7 e il 10 gennaio.
Le Regioni sono al lavoro per una nuova proposta da avanzare al Governo in merito alle quarantene nelle scuole elementari e in prima media: l’intenzione è quella di eliminare la distinzione tra vaccinati e non, nel caso di più contagi in una classe.

Soglia minima per mandare le classi in Dad

In vista della Commissione Salute che si riunirà domani, il nuovo punto di confronto dovrebbe riguardare la definizione di un numero minimo di contagi in classe, che permetta indistintamente a tutti gli alunni di andare in Dad. Al momento, su quest’ultimo aspetto, l’ipotesi è di valutare tre o quattro contagi e, sotto questa cifra, prevedere l’autosorveglianza per tutti.
Dopo la proposta delle Regioni, che trova molti punti d’intesa con l’Esecutivo, sembra molto probabile che anche per le scuole elementari e la prima media – così come già succede per quelle successive – si possa prevedere, nel caso di due studenti risultati positivi in una classe, solo l’autosorveglianza di cinque giorni (con test a 10 giorni) per i ragazzi vaccinati (o guariti negli ultimi tre mesi) e la quarantena di 10 giorni con Dad (quest’ultimo caso laddove previsto) per i non vaccinati. Con tre contagi in una sola classe, sarebbe poi la Asl a valutare ulteriori provvedimenti come la sospensione dell’attività in presenza. Nelle scuole dell’infanzia resterebbe invece la quarantena di dieci giorni per tutti con tampone con un solo caso positivo. Valutazioni, queste ultime, che potrebbero approdare al Cdm del prossimo 5 gennaio.

Ma i sindacati sono in allarme


«La ripresa delle attività didattiche non deve riprodurre modelli che già si sono rivelati ingestibili. Ricordo con molta preoccupazione l’esperienza delle lezioni organizzate in parte in presenza e in parte a distanza. Un modello organizzativo che non ha mai garantito la qualità della proposta formativa. Chi segue in classe ha bisogno di tutta l’attenzione dell’insegnante. Chi invece è in Ddi ha tempi diversi e necessita di proposte più essenziali. Non si possono bloccare i bambini o gli studenti in quarantena per 5 ore davanti al Pc». Lo dice all’ANSA la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi.

“No” dei presidi ai non vaccinati in Dad

«Era stato annunciato che sarebbero stati organizzati hub per fare tamponi agli studenti in vista della riapertura delle scuole. Sarebbe questa la misura da attuare, la cosa migliore dopo le feste, ma a pochi giorni dalla riapertura non ne abbiamo contezza. Noi come Anp siamo contrari a mettere in Dad i ragazzi non vaccinati perché sarebbe una discriminazione. Se la proposta è questa o rimandare gli ingressi vuol dire che la scuola farà le spese di una serie di mancanze. Di questo passo si rischia la distruzione del settore». Lo dice all’Ansa il presidente dell’associazione presidi di Roma Mario Rusconi.

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