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L’appello

Regione, la Cisal a Occhiuto: «Stop ad interlocuzione ristretta a pochi intimi»

La segreteria regionale del sindacato autonomo invita il governatore al confronto: «Sarebbe davvero un autogol clamoroso non ascoltarci»

Pubblicato il: 22/02/2022 – 15:16
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Regione, la Cisal a Occhiuto: «Stop ad interlocuzione ristretta a pochi intimi»

CATANZARO «“La Calabria che l’Italia non si aspetta” o “La Calabria che i calabresi non si aspettano e non si meritano”? Stando al perpetrato modus operandi del Governatore Roberto Occhiuto, ormai da oltre 100 giorni alla guida della nostra Regione, sembrerebbe valere più la versione modificata dagli eventi, dello slogan da lui definito per fare breccia sugli elettori». È quanto afferma in una nota la segreteria regionale della Cisal che aggiunge: «Le promesse ed i buoni propositi hanno lasciato presto spazio all’azione ristretta a pochi intimi che il Presidente continua a portare avanti scegliendosi gli interlocutori».
«Come se i problemi e le opportunità legate alla nostra terra – sottolineano i vertici del sindacato autonomo – riguardassero solo alcuni e non tutti. Ascoltando ed intavolando proposte con qualcuno e snobbando gli altri. No. Caro Presidente Occhiuto non si fa così».
«Ma vogliamo pensare – prosegue la Cisal – che, seppur continuata e continuativa, si tratti di una svista o un’azione dettata da un consiglio sbagliato. Non vogliamo e non possiamo credere che il Presidente della Regione non voglia ascoltare la voce di una delle organizzazioni sindacali più rappresentative in diversi comparti e la più rappresentativa all’interno della sua stessa amministrazione, la Regione Calabria, appunto».
«Sarebbe davvero un autogol clamoroso – afferma ancora dalla segreteria del sindacato autonomo -, oltre che un comportamento discriminatorio. Se poi il Governatore Occhiuto lo avesse fatto con cognizione di causa, allora, vorrebbe dire che non ha poi così tanta voglia di cambiare questa terra, per come va ripetendo da mesi. Non ha poi così tanta voglia di ragionare seriamente sulle esigenze di famiglie, lavoratori e giovani calabresi che sempre più spesso sono costretti a lasciare questa terra. Non ha poi così tanta voglia di parlare di sanità segnata da punteggi Lea ai minimi storici e dati impietosi legati alla mobilità regionale. Non ha poi così tanta voglia di parlare di welfare, sviluppo, di nuove assunzioni e stabilizzazioni. Di precariato istituzionalizzato e di tirocinanti».
«Di riordino degli enti strumentali – si legge ancora nella nota -. Di formazione. Di riorganizzazione del personale regionale e progressioni verticali alla luce del cosiddetto “decreto reclutamento” che si pone all’interno del solco tracciato dal Pnrr. Quel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che se non ben sfruttato, alle nostre latitudini, rischia di replicare i fallimenti visti in questi anni in materia di risorse europee e, paradossalmente, di ampliare il gap con il nord».
«E no caro presidente Occhiuto – concludono -. Non è questa la Calabria che i calabresi si aspettano. E si meritano».

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