LAMEZIA TERME «Non luogo a procedere». È questa la decisione del gup del Tribunale di Lamezia Terme per i cinque soggetti coinvolti nell’inchiesta legata agli appalti della Fondazione Terina, all’interno dell’area industriale ex-Sir di Lamezia. Il pm Giuseppe Falcone aveva invece chiesto il giudizio per Giuseppe Morello, 63 anni, Antonio Tommaso Mendicino, 52 anni. E poi Carmine Rizzuto, 48 anni, Pasqualino Burgo, 42 anni e il 43enne Mariano Antonio Burgo, accusati a vario titolo di falsità ideologica.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, Morello che era l’esperto tecnico scientifico nominato dal ministero dell’Istruzione, avrebbe attestato nella relazione tecnico scientifica finale integrativa del 16 maggio 2016, che il soggetto attuatore aveva «portato a conclusione gli interventi di un progetto di valenza strategica per il territorio» ma i sopralluoghi eseguiti poi dagli uomini della Guardia di Finanza avrebbero constatato l’incompletezza di alcune delle opere e l’assoluta inservibilità di altre. Per l’accusa, inoltre, i Rup (Responsabile Unico del Procedimento) Pasqualino Burgo, Antonio Mariano Burgo e Tommaso Antonio Mendicino, avrebbero formato certificati di regolare esecuzione delle opere attestanti ideologicamente fatti in parte non rispondenti al vero per ciò che riguarda il reale soggetto esecutore di lavori indicato nell’appaltatore in luogo del/i diverso/i in tutto o in parte – esecutore/i nonostante l’esplicito divieto di subappalto e in assenza di pertinenti comunicazioni alla stazione appaltante.
Nel collegio difensivo, tra gli altri, l’avvocato Francesco Gambardella per Pasqualino Burgo e Nicolino Panedigrano per la Fondazione Terina che si era costituita parte civile.
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