LAMEZIA TERME Ben 14 associazioni, tutte insieme perché spinti «dall’interesse forte nei confronti dell’ambiente, e che in questo momento particolare si stanno muovendo per quello che è lo stato di degrado che riguarda il mare». Nasce da questo presupposto la nuova associazione “Uniti per il Golfo di Sant’Eufemia”, e lo spiega ai microfoni del Corriere della Calabria la referente, Anna Rosa, moderatrice del primo importante evento organizzato a Lamezia Terme, al Civico Trame. E intanto hanno già preannunciato un sit-in della società civile organizzato per il prossimo 24 aprile.
Una vibrante discussione ha animato il confronto organizzato dalla neo nata associazione e che, proprio a Lamezia, ha visto la partecipazione di numerose realtà associative del territorio, ma anche Arpacal, sindaci e Capitaneria di Porto. Al centro, e non potrebbe essere altrimenti, i temi ambientali, la condizione del mare e la balneabilità, alle porte di un’imminente stagione estiva che ha già iniziato a fare suonare qualche campanello d’allarme e innalzato i livelli di attenzione, nonostante la recente operazione in tutta la provincia di Catanzaro. «Ci muoveremo in maniera forte – ha spiegato al Corriere della Calabria Anna Rosa – con le istituzioni, stiamo cercando un confronto anche con le Procure e la magistratura e per questo siamo contenti per l’ultima operazione. Ma, come associazione, ci rendiamo conto che è importante non solo il lavoro dalla magistratura ma anche quello della politica altrimenti non si riusciranno ad ottenere i risultati che tutti noi speriamo di raggiungere». Diversi gli spunti emersi nel lungo incontro ma, spiega proprio la referente dell’associazione, bisogna partire dal presupposto che «il mare non è semplice benessere ma è economia, è imprenditoria ed è soprattutto turismo, la carta vincente per una regione come la Calabria che, con una costa così vasta, potrebbe vivere davvero solo di turismo». Ma se continuiamo ad inquinare il mare e – spiega – se «non facciamo nulla perché l’inquinamento si possa frenare, siamo di fronte ad una sconfitta annunciata».
All’incontro lametino ha preso parte anche la sezione locale di Legambiente. «È chiaro – spiega Gianni Arena – che ogni volta prima dell’inizio dell’estate ci proponiamo di fare qualcosa ma, in questa circostanza, vogliamo essere assolutamente presenti e capire quali sono i problemi che portano all’inquinamento del mare, proprio per stimolare tutte le classi interessate ad intervenire e affinché ognuno, da parte sua, faccia il proprio per risolvere questo annoso problema».
L’estate 2022 arriverà dopo la nascita della mega task force tra procura di Vibo e Lamezia e la maxi operazione delle scorse settimane. Ma sono ancora molti i nodi da sciogliere, ma tuttavia già individuati: maggiore attenzione, più controlli e una cultura all’ambiente che parta dai più piccoli. «Qui si fa fronte comune – ha spiegato Pierdomenico Zarola di “Costa Nostra” – per trovare insieme una soluzione, non voglia puntare il dito contro nessuno. Dai dati che abbiamo è evidente che bisogna lavorare molto sulla depurazione e, se necessario, aggiornarla, ammodernarla o modificare il sistema di gestione. Bisogna probabilmente trovare una soluzione per valutare l’impatto dell’attività agricola sulla zona costiera, fare tantissima attività di monitoraggio in più sugli scarichi abusivi, sulle sostanze tossiche che vengono sversate, sulle aziende che, sovente, hanno delle difficoltà a gestire gli scarichi e i residui di lavorazione». (redazione@corrierecal.it)
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