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Il diario della guerra

Michel: «Tregua per Pasqua ortodossa». Draghi valuta la trasferta a Kiev

Colloquio tra il presidente del Consiglio Ue e Putin. Il Premier, ancora positivo al Covid, potrebbe incontrare Zelensky

Pubblicato il: 22/04/2022 – 22:19
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Michel: «Tregua per Pasqua ortodossa». Draghi valuta la trasferta a Kiev

KIEV Una visita a Kiev, per un incontro faccia a faccia con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: secondo quanto confermano da Palazzo Chigi, Mario Draghi – al momento ancora positivo al Covid e in isolamento a Città della Pieve – sta valutando l’ipotesi di un viaggio in Ucraina, sulla falsariga di altri leader europei che hanno visitato il paese nelle ultime settimane. Al momento non ci sarebbe ancora nulla di pianificato ma si starebbe ipotizzando di organizzare la visita a stretto giro, prima del viaggio negli Usa in programma attorno alla metà di maggio.

Mosca: «Si arrendano all’acciaieria»

L’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Putin è giunta al cinquantottesimo giorno. Le atrocità del conflitto stanno riaffiorando con la scoperta di nuove fosse comuni a Manhush, una cittadina a 20 chilometri a ovest di Mariupol. Qui secondo la denuncia delle autorità locali sarebbero stati sepolti oltre 9mila corpi di civili. Ed è sempre su Mariupol che si concentrano gli scontri più violenti anche se i russi hanno dichiarato di avere conquistato completamente la città.   Ed intanto Mosca ammette «20mila morti» tra le sue fila dall’inizio del conflitto.

Michel a Putin: «Tregua per Pasqua ortodossa»

Un cessate il fuoco in Ucraina per la Pasqua ortodossa. E’ la richiesta avanzata dal presidente del Consiglio Europeo Charles Michel che ha avuto stamani un colloquio telefonico con il presidente russo Vladimir Putin, dopo la visita a Kiev dell’altro ieri. Il colloquio che si è focalizzato su questioni “umanitarie”, come si apprende da fonti Ue. Michel ha chiesto a Putin di ordinare un cessate il fuoco “umanitario” in Ucraina occasione dell’imminente Pasqua ortodossa.
«Ho chiesto l’apertura immediata di corridoi umanitari da Mariupol e dalle città assediate, in particolare in occasione della Pasqua ortodossa». Lo scrive il presidente del Consiglio Ue Charles Michel in un tweet dopo la telefonata con il presidente russo Vladimir Putin.
Michel ha sottolineato «in maniera diretta» che l’Unione è «unità» nel suo «incrollabile» sostegno alla sovranità e all’integrità dell’Ucraina e ha «dettagliato i costi delle sanzioni europee per Mosca». È quanto si apprende da fonti europee secondo le quali Michel ha anche «chiesto a Putin di avere in maniera urgente un contatto diretto con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, come chiesto dallo stesso Zelensky».
Una richiesta di tregua che sarebbe stata accettata dalla Russia ad una condizione: se le truppe asserragliate nell’acciaieria di Mariupol decideranno di arrendersi. Lo ha affermato il ministero della Difesa di Mosca.

Putin: «Dichiarazioni irresponsabili della Ue»

Nella telefonata con Charles Michel, Vladimir Putin ha denunciato «le dichiarazioni irresponsabili dei rappresentanti del Consiglio europeo relativamente alla necessità di una soluzione militare del conflitto in Ucraina». Nella telefonata con Michel, Putin ha accusato «le leadership della maggior parte degli Stati membri Ue di incoraggiare una sfacciata russofobia, che si manifesta in particolare nei campi culturale, umanitario e sportivo». Lo riferisce il Cremlino, citato dalla Tass.

Lavrov: «Negoziati con Kiev in stallo»

Intanto i «colloqui russo-ucraini sono in stallo», ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, citato da Interfax. «I negoziati si sono bloccati dopo che Kiev ha deciso di non rispondere alle proposte inviate dalla Russia», ha aggiunto Lavrov, affermando che «le dichiarazioni delle autorità di Kiev danno l’impressione che non abbiano bisogno di negoziati con la Federazione russa, ma abbiano accettato il loro destino». Lavrov ha anche sottolineato che «il disagio dell’Occidente è evidente. Tutte le parti del mondo stanno pensando a misure per combattere la sua influenza».

Mosca: «Obiettivo è il Donbass e l’Ucraina meridionale»

L’obiettivo della «seconda fase» dell’ «operazione speciale» dell’esercito russo è prendere il «pieno controllo del Donbass e dell’Ucraina meridionale». Lo ha dichiarato il generale Rustam Minnekayev, vice comandante del Distretto Militare della Russia centrale, citato dai media locali. Secondo il generale, le forze di Mosca puntano a creare un corridoio che colleghi il Donbass alla Crimea, annessa dalla Russia nel 2014. «Dall’inizio della seconda fase dell’operazione speciale, fase iniziata due giorni fa, uno degli obiettivi dell’esercito russo è di stabilire il pieno controllo sul Donbass e sull’Ucraina meridionale. Ciò permetterà di stabilire un corridoio terrestre verso la Crimea», ha affermato il generale.
Secondo quanto riportato ieri dall’intelligence britannica nel suo rapporto quotidiano sul conflitto, la Russia vuole dimostrare di aver ottenuto importanti successi in vista del 9 maggio, quando si celebra la Giornata della Vittoria, e per questo potrebbe aumentare e intensificare le operazioni in Ucraina. Le forze russe stanno ora avanzando nella regione orientale del Donbass verso Kramatorsk, che continua a subire pesanti attacchi, aveva aggiunto.

Ue-Usa: «Conseguenze se la Cina sosterrà la Russia»

Ue e Usa «continuano a richiamare la Cina sulla necessità di non aggirare e indebolire le sanzioni contro la Russia e di non fornire alcun supporto all’aggressione russa contro l’Ucraina. Ribadiscono che qualsiasi sostegno della Cina potrebbe avere conseguenze sulle relazioni rispettivamente con Ue e Usa». Lo sottolinea la dichiarazione congiunta di Ue e Usa dopo l’incontro tra il segretario generale del Servizio di Azione esterna europeo Stefano Sannino e la vicesegretario di Stato americana Wendy Sherman.

Il battaglione Azov resiste a Mariupol

«Tutti gli edifici nell’area della Azovstal sono praticamente distrutti. Hanno gettato bombe pesanti, bombe anti-bunker che provocano un’enorme distruzione. Abbiamo persone ferite e morte all’interno dei bunker. Alcuni civili sono intrappolati sotto gli edifici crollati». Lo afferma Svyatoslav Palamar del battaglione Azov parlando alla Bbc dall’interno dell’acciaieria Azovstal di Mariupol. Palamar, secondo quanto riporta la Bbc, ha spiegato che i civili si trovavano in aree separate rispetto a i combattenti. Si trovavano in sotterranei contenenti 80-100 persone ciascuno ma non è chiaro quanti civili ci fossero in totale perché alcuni edifici sono stati distrutti e i soldati non sono stati in grado di raggiungerli a causa dei bombardamenti. Gli ingressi ad alcuni bunker, ha spiegato, erano bloccati da lastre pesanti che sono grossi macchinari potrebbero spostare.

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