«La corsa alla partecipazione ai bandi del Pnrr da parte degli enti locali spesso avviene in tempi stretti per la volontà di intercettare, giustamente, più risorse possibili. Molti parlano di area urbana e di integrazione dei servizi, di città unica e di unica comunità, tuttavia, alla luce di quanto sta avvenendo con la presentazione dei progetti inerenti “Sport e inclusione sociale” da parte dei comuni di Cosenza e Rende, non sembra che ci sia quel confronto tanto auspicato da molti. Cosenza ha presentato due progetti, uno per una palestra polivalente indoor, con caratteristiche che ne prevedono l’utilizzo a persone diversamente abili, e un palasport dello squash vicino il Parco Nicholas Green, praticamente al confine con il comune di Rende, il quale, a sua volta, ha presentato un progetto per la costruzione di un centro polifunzionale improntato ai caratteri della sostenibilità e accessibilità per l’esercizio degli sport classici e paraolimpici. Progetti sicuramente utili e importanti, che potranno dare, se approvati, risposte a cittadini e ragazzi utilizzando lo sport per creare integrazione e socializzazione. Tuttavia, la sovrapponibilità dei progetti, rischia di scardinare una coerenza di obiettivi che l’area urbana meriterebbe di dimostrare sin da ora e a beneficio di quella integrazione tanto agognata. L’importanza della partecipazione ai bandi del PNRR, nonostante le difficoltà che vivono gli enti, richiederebbe, a nostro avviso, un confronto tra i comuni dell’area urbana e tra questi e l’Università della Calabria, al fine di creare una struttura unica in grado di partecipare e intercettare le risorse utili allo sviluppo dell’intera area. I fondi del PNRR sono fondamentali per progettare investimenti sul territorio e programmare il futuro in una ottica di comunità e continuità utili al riequilibrio sociale, realizzabile solo attraverso una sinergia fra comuni e Unical e attraverso un progetto partecipativo e condiviso con tutti gli attori protagonisti. Serve un piano unico dell’area urbana con tempi certi nell’attuazione, cinque anni, ma che sarà in grado di apportare valore aggiunto alla vita dei cittadini di oggi e delle prossime generazioni. La possibile fusione in un unico comune passa da un progetto comune di integrazione e partecipazione, non servono campanilismi e visioni miope, i cittadini vivono già in un’unica comunità».
*Segretario generale Cgil Cosenza
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