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verso il 25 settembre

Giampà ai leader del Pd: nelle candidature considerate i territori, e no ai “catapultati”

Il segretario provinciale dem di Catanzaro: «Irreversibile il nuovo corso in Calabria, la nostra forza sono i militanti e gli amministratori»

Pubblicato il: 02/08/2022 – 19:59
Giampà ai leader del Pd: nelle candidature considerate i territori, e no ai “catapultati”

CATANZARO  «Il nuovo corso del Pd uscito dai recenti congressi è ormai irreversibile, anche se c’è ancora tanto da fare. Oggi il nostro punto di forza sono i militanti, i segretari di circolo, gli amministratori. Una forza di cui bisogna tener conto se si vuole giocare fino in fondo questa partita elettorale». Il segretario provinciale del Pd di Catanzaro Domenico Giampà è mobilitato praticamente h24 in vista delle elezioni politiche del 25 settembre, con gli organismi di partito convocati in via permanente. Con il Corriere della Calabria Giampà fa il punto della situazione con riferimento alle scelte che attendono il Pd e alle aspettative del partito sul territorio: «Soluzioni dirottate dall’alto con personalità esterne porterebbero a un inevitabile indebolimento elettorale», specifica Giampà.

Segretario Giampà, il Pd verso le elezioni politiche. In Calabria sembra che si stiano scontando le difficoltà che si registrano a livello nazionale, con riguardo soprattutto all’indeterminatezza del perimetro delle alleanze.
«Essendo elezioni politiche è inevitabile che anche la Calabria, al pari delle altre regioni, debba attendere l’evoluzione dei processi che determineranno la formazione della coalizione che si costruirà intorno al Partito Democratico. Nessuno si aspettava la caduta di un Governo di unità nazionale costruito intorno ad un presidente del Consiglio come Draghi. Va considerato inoltre, che il sistema delle alleanze è fortemente condizionato da una legge elettorale molto complessa».

Le segreterie provinciali del partito in Calabria sono mobilitate in modo praticamente permanente: a che punto siete con il lavoro a Catanzaro e quali sono le linee che avete già messo nero su bianco e avete indicato al livello regionale?
 «D’intesa con il segretario regionale, nella qualità di segretari provinciali abbiamo provveduto a sentire i gruppi dirigenti nei nostri territori di riferimento. A Catanzaro la direzione provinciale del Pd si è già riunita da remoto domenica scorsa, ne è conseguito un dibattito dai contenuti di grande qualità e maturità politica. Importanti elementi di sintesi: richiesta di considerazione al segretario nazionale della provincia di Catanzaro nella formazione delle liste e contrarietà a candidati catapultati da altre regioni».

Domenico Giampà con Nicola Irto ed Enrico Letta

Il Pd in Calabria si è messo alle spalle una lunga stagione di commissariamento ma ancora emergono “ipoteche” romane e si parla di vari candidati che saranno “catapultati sui territori: è così o sono solo ricostruzioni e ipotesi? Non temete un ritorno al passato e uno stop alla rigenerazione del partito in Calabria?
«Abbiamo grande fiducia nel segretario nazionale Enrico Letta, la cui linea politica è risultata vincente a tutte le ultime tornate elettorali nel nostro Paese. Il nuovo corso del Pd uscito dai recenti congressi è ormai irreversibile, anche se c’è ancora tanto da fare in termini di organizzazione nei territori, di ricambio generazionale, di politiche di genere. Rispetto al Pd commissariato di un tempo, in cui non c’erano organismi ed era sospesa la democrazia interna, oggi il nostro punto di forza sono appunto i militanti, i segretari di circolo, gli amministratori. Una forza di cui bisogna tener conto se si vuole giocare fino in fondo questa partita, diversamente soluzioni dirottate dall’alto con personalità esterne ai nostri territori, porterebbero ad un inevitabile indebolimento elettorale, mentre Letta la partita intende vincerla».

A proposito di candidature, qual è il profilo che il Pd catanzarese prediligerà?
«Ho chiesto la disponibilità di tutti i dirigenti territoriali del partito, che sempre si sono spesi in maniera coerente e leale per il Pd, nel rispetto del regolamento approvato dalla direzione nazionale circa i requisiti per le candidature al Parlamento. Abbiamo tante ed importanti personalità con questi requisiti che saranno all’altezza di saperci rappresentare».

Alleanze: molti sostengono che è inutile rincorrere i vari Calenda, Renzi, Di Maio, altri invece – tra cui il segretario nazionale – punta ancora a un’alleanza la più ampia possibile: ma non ritiene che fondarla solo sull’esigenza di arginare il centrodestra sia una visione di scarsa prospettiva?
«Come dicevo prima, si tratta di elezioni straordinarie ed è necessario costruire un fronte moderato, in cui il Pd deve avere la centralità, per arginare non il centro-destra, ma le destre, che ormai hanno una vocazione estremista ed intollerante. Sono certo che in una fase ancora di emergenza sanitaria, di forte crisi economica per i rincari dovuti al conflitto russo-ucraino le riforme sapranno mettere insieme un ampio fronte moderato e riformista».

Ritiene sia stato giusto chiudere definitivamente con il Movimento 5 Stelle?
«Sicuramente una scelta sofferta, per il lavoro che si stava facendo insieme anche nei territori, ma ad oggi coerente. Temo che il Movimento 5 Stelle abbia iniziato la crisi, pensando più al proprio interno, che al Paese, provocando un danno che oggi è sotto gli occhi di tutti». (a. cant.)

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