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Sanità, «ecco perché diciamo no al patto cubano»

I dem cosentini contrari al piano del Governatore Occhiuto. Pecoraro: «Espone le strutture a Paesi terzi». Ciacco: «Un intervento ferragostiano»

Pubblicato il: 23/08/2022 – 11:13
Sanità, «ecco perché diciamo no al patto cubano»

COSENZA Il patto della discordia. Non si spengono le polemiche sulla decisione del governatore Roberto Occhiuto di stringere un accordo per l’arrivo di circa 500 medici cubani in Calabria. E se il presidente della Regione, anche oggi, difende la scelta e aggiunge motivazioni ritenute valide a sostegno del progetto necessario a rimpolpare gli organici negli ospedali calabresi (leggi qui), dall’altra parte il Pd non manda giù la proposta e rispinge con forza il piano proposto. A Cosenza, i dem – su input del consigliere comunale Giuseppe Ciacco – si sono riuniti dando vita ad un dibattito a più voci. Tutte decisamente contrarie al “patto cubano”.

La riunione del Pd

L’affondo dem

«Quella offerta dal governatore Roberto Occhiuto è una risposta inadeguata e precaria, la sanità ha bisogno di stabilità», dice al Corriere della Calabria Vittorio Pecoraro, segretario della federazione provinciale del Pd di Cosenza. «Cuba non fa parte dell’Alleanza Atlantica e – in un momento come questo – esporre le nostre strutture sanitarie a Paesi terzi non è corretto», continua Pecoraro che propone «concorsi che meritano al centro il merito». Dello stesso parere anche il consigliere comunale di Cosenza, in quota Pd, Giuseppe Ciacco. «Avevo favorevolmente accolto la nomina del presidente Occhiuto a commissario alla sanità calabrese, ma l’ultimo episodio ricorda quanto già accaduto e denunciato al comune di Cosenza. Come si è detto nella relazione presentata in conferenza stampa – dice Ciacco – il piano cubano costerebbe alla Regione Calabria circa 200 milioni di euro». «Nulla in contrario all’apporto dei medici cubani – aggiunge Ciacco – ma il patto mortifica i nostri medici. Sono bravi e abbiamo assistito ad una mobilitazione dei camici bianchi calabresi perché messi in disparte». «Questa storia – chiosa – ha i contorni di un tipico intervento ferragostiano». (f. b.)

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