CATANZARO «La lotta alla mafia e alla corruzione non sono centrali e secondo me volutamente, perché il Pnrr è anche un’occasione per le mafie per cementare il rapporto tra la borghesia mafiosa, la politica, le istituzioni, l’economia e la finanza. Forse è uno di quei momenti in cui si preferisce stare zitti e buoni e magari fare nuove trattative». Lo ha detto il leader di Unione Popolare Luigi de Magistris, parlando a Catanzaro dove ha partecipato un’iniziativa elettorale in vista del voto di domenica prossima. Tanti, i temi trattati da de Magistris, che è anche capolista in Calabria alla Camera per Up: dalle infrastrutture al Pnrr dal contrasto alla mafia, con tanto di critica a tutte le altre forze politiche compreso il M5S, che – dice de Magistris – mentre candida magistrati come De Raho e Scarpinato «governa con il partito di Marcello Dell’Utri, che secondo alcune ricostruzioni giudiziarie nasce proprio dalla trattativa tra pezzi di Stato e Cosa Nostra» e con tanto di critiche al governatore Occhiuto («in un anno si è visto nulla»).
Così ha esordito de Magistris: «Ormai è passato tanto tempo da quando si è detto che il Pnrr è l’occasione più ghiotta per colmare il gap infrastrutturale, dei diritti e della sanità del Mezzogiorno. E se non ci sarà un cambio di rotta nel prossimo Parlamento avremo anche una autonomia differenziata che sposterà ancora di più risorse verso il Nord e le regioni piè ricche. Io oggi ho fatto un giro per la statale 106, ospedali mai finiti, ospedali ridimensionati. Questo è il Sud tradito da una classe dirigente meridionale, quella che è stata in alto, inadeguata e incapace, e da un potere centrale che fa solo parole sul Mezzogiorno. Mi sembra che sia passato un anno dalle Regionali, Occhiuto dalle sue parole sembrava che doveva svoltare già ma non si è visto nulla se non l’opposizione costruttiva di Laghi e Lo Schiavo. Noi – ha proseguito il leader di Unione Popolare – sappiamo come utilizzare il denaro pubblico perché sappiamo come tenere fuori i poteri corruttivi, i poteri mafiosi, i prenditori, che con il denaro pubblica cementano il rapporto della borghesia mafiosa con la politica e le istituzioni. Poi abbiamo le idee molto chiare: ripristinare i diritti negati, al primo posto sanità pubblica, lavoro, infrastrutture, scuola, il dissesto idrogeologico. E per fare questo devi svoltare sul piano ambientale, nella distribuzione ricchezza non più in mano a pochi e lo sappiamo fare perché abbiamo sempre dimostrato da che parte stiamo, le nostre capacità e poi striamo fuori dal sistema». Quanto al tema del costo dell’energia, per de Magistris «sono necessarie due operazioni immediate: tagliare al 90% gli extraprofitti, cioè il frutto delle speculazioni, poi famiglie e imprese non possono pagare per cose di cui non hanno colpa quindi Stato ed Europa devono metterci i soldi. Poi bisogna svoltare rapidamente sul piano della guerra, mettendo in campo politiche di dialogo. Poi gas ed energia devono tornare in mano allo Stato, come ho fatto io con l’acqua pubblica: sono beni comuni che non possono finire nelle mani di oligarchi. Purtroppo i nostri competitor politici dicono le stesse cose che diciamo noi, con la differenza che non governiamo mentre loro governano, dicono di voler cambiare ma volutamente non cambiano le cose».
«La lotta alla criminalità organizzata è una nostra priorità. Siamo stati indicati, da chi ha studiato i programmi, come l’unica forza che più nettamente pone questa priorità!, ha quindi aggiunto de Magistris. «Se chiedete a esempio a Berlusconi anche lui dirà che è contro la mafia e la corruzione: io in questa terra – ha ricordato il leader di Up – per lottare contro la mafia e la corruzione ho buttato il sangue e ci ho rimesso la toga. Non voglio fare polemica anche se vedo che da parte di Ingroia c’è confusione politica: se Ingroia legge bene il programma di Unione popolare vedrà che non c’è l’abolizione del 41 bis. Nel nostro programma invece c’è il carcere che dev’essere umano, con una riduzione della custodia cautelare e quindi siamo garantisti, ma siamo anche per la certezza della pena, che non ci saranno mai magistrati lasciati soli, e siamo per l’autonomia e l’indipendenza totale della magistratura contro la Riforma Cartabia che vuole una magistratura burocratica, conformista, non libera di investigare nei confronti dei ladri di Stato. Ingroia sa perfettamente di cosa si parla». “Stoccata” al Movimento 5 Stelle che in Calabria ha candidato nei listini di Camera e Senato due magistrati con una lunga storia di antimafia come De Raho e Scarpinato: «Sicuramente – ha rilevato de Magistris – è stata una scelta mirata candidarli in Calabria dove noi abbiamo una storia molto netta. Io sono un amico e ho stima sia di De Raho sia di Scarpinato, quindi credo che laddove dovessero entrare in Parlamento non potrebbero che fare bene. Credo che però la scelta di coerenza è quella che ho fatto io nella vita: io non riuscirei a farmi candidare da un partito che, mentre mi candida, governa con il partito di Marcello Dell’Utri, che secondo alcune ricostruzioni giudiziarie nasce proprio dalla trattativa tra pezzi di Stato e Cosa Nostra. Conte in questo momento sta governando con Berlusconi con il governo Draghi. La differenza è questa: bravi e stimati magistrati che sono andati in pensione, hanno scelto il listino bloccato, non partecipano al confronto pubblico, a differenza di me. Quando andremo in Parlamento sono convinto che faremo battaglie insieme perché sono persone perbene». In generale per de Magistris «la lotta alla mafia e alla corruzione non sono centrali e secondo me volutamente, perché il Pnrr è anche un’occasione per le mafie per cementare il rapporto tra la borghesia mafiosa, la politica, le istituzioni, l’economia e la finanza. Forse è uno di quei momenti in cui si preferisce stare zitti e buoni e magari fare nuove trattative che poi tra qualche anno si scopriranno. Per noi invece la lotta alla mafia si deve mettere al centro, ma non solo la lotta alla mafia che spara ma la lotta alla mafia che sta dentro lo Stato».
Sulle opere da realizzare in Calabria, De Magistris è sicuro. «Bisognerebbe realizzare e migliorare la ss 106 e non parlare del ponte sullo stretto. Noi siamo contro l’autonomia differenziata, è una questione che interessa solo ai grandi potentati», spiega nella sua tappa di Cosenza. «Il Ponte sullo stretto non serve, aggiunge, dobbiamo mettere in sicurezza l’Italia che cade a pezzi e dire basta alle cementificazioni, basta al dissesto idrogeologico. Recuperiamo le aree interne e ristrutturiamo quello che già abbiamo».
«L’idea è quella di sostenere con convinzione il lavoro coraggioso della magistratura. La Dda di Catanzaro, negli ultimi anni, sta lavorando bene». E poi, sempre nella piazza di Cosenza, una chiosa sull’operazione Reset. «Siamo d’accordo presunzione di innocenza ma la cosa che mi ha colpito è che in tanti si sono subito precipitati ad attaccare alla magistratura». Infine l’appello, «perché votare Unione Popolare? Perché è l’unica alternativa».
Per tutte queste considerazioni – ha quindi concluso de Magistris – «il voto necessario è per Unione Popolare, che è l’unica forza alternativa al sistema. È alternativa sicuramente alle destre, poi siamo l’unica forza di sinistra. Calenda ha rotto con il Pd perché il Pd andava con Sinistra Italiana e Verdi, il Pd dice che ha fatto la coalizione con Sinistra Italiana e Verdi ma non governerà con loro, oggi Fratoianni dice che vuole governare con Calenda. Chi è di sinistra non può che guardare noi». (c. a.)
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