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Matacena, «la salma di mio marito a Dubai per sua volontà. Il figlio lo aveva allontanato da anni»

La replica di Maria Pia Tropepi: «Lui e sua madre non possono accampare diritti sulla salma. C’è un conflitto di interessi»

Pubblicato il: 21/09/2022 – 11:11
Matacena, «la salma di mio marito a Dubai per sua volontà. Il figlio lo aveva allontanato da anni»

Riceviamo e pubblichiamo.

Egregio direttore, 
scrivo per chiedere al suo giornale di fare chiarezza sulla manifesta illogicità della qui trascritta dichiarazione rilasciata dal legale di Athos Matacena: «In questo doloroso momento il mio cliente è anche venuto a conoscenza della circostanza che la salma del padre (e della nonna deceduta alcuni mesi fa) si trovano accantonate in una cella frigorifera in attesa delle necessarie autorizzazioni per la cremazione che pare qualcuno abbia richiesto. Il mio cliente non intende concedere la detta indispensabile autorizzazione e mi ha dato ma dato di fare tutto quanto necessario per ottenere il rientro in patria delle due salme poter così celebrare le esequie e dargli degna e definitiva sepoltura. Mi attiverò quindi con le competenti autorità consolari a Dubai per dare corso al mandato ricevuto». Non esiste infatti alcuna valida ragione per la quali il signor Athos Matacena – il quale peraltro da anni ed anni non intratteneva alcun rapporto con Amedeo – dovrebbe vantare un diritto di replica in ordine a una specifica e incondizionabile scelta del defunto, del quale rammento non solo di essere la moglie (con matrimonio celebrato con rito musulmano) ma porto addirittura in grembo due figli. 
Mi inquieta il dovermi esprimere con tali parole in un momento che per tutti dovrebbe essere di dolore estremo, dopo aver riscontrato che i legali di “tutti” tranne quello di mio marito (ovvero l’avvocato Renato Vigna che oggi è ovviamente divenuto il mio legale) stanno rilasciando depistanti interviste girando alla stampa comunicazioni rese da taluni loro assistiti i quali farebbero bene a non straparlare di cose che non conoscono. 
Infatti dopo averlo appreso direttamente dagli organi competenti nel territorio di Dubai, i quali contrariamente a quanto si legge su qualche articolo incautamente pubblicato dalla stampa italiana, non hanno mai parlato di morte sospetta, né hanno mai introdotto il tema della necessità di sottoporre a congelamento per sequestro la salma.
Essi, al contrario,  hanno già certificato la morte per infarto avvenuta in Ospedale hanno escluso la necessità di procedere a esame autoptico e dunque stanno completando le formalità burocratiche per dare esecuzione alle espresse volontà del defunto Amedeo Matacena che notoriamente esattamente come aveva fatto suo padre Amedeo Matacena Senior ha sempre lasciato intendere che in caso di sua morte (sia in Italia che all’estero) avrebbe voluto essere cremato.
A ciò si aggiunga che lo stesso pur amando a dismisura la sua Reggio Calabria giammai avrebbe voluto far rientro in una Italia che da vivo lo aveva respinto considerandolo e dichiarandolo quel reietto criminale che lui ben sapeva di non essere.  
Sia il signor Athos che la di lui madre peraltro per quanto me ne consta,  non dovrebbero ne potrebbero accampare diritti di alcun genere sulla salma di Amedeo Matacena non solo perché nel caso di specie si applicano le norme di diritto arabo, ma soprattutto in quanto versano entrambi in insanabile conflitto di interessi rispetto al defunto. Su queste basi chiedo con tutta l’umiltà di chi in questo momento ritiene doveroso chiudersi nel dignitoso silenzio della pietà per i defunti oltre che nel proprio dolore di madre e di compagna rimasta da sola, di veder cessato questo vero che considero un inutile festival di notizie a sfondo sensazionalistico. 

Maria Pia Tropepi

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