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Il modello green della Rete Agricola Cauro. Alla ribalta nazionale

Su Venerdì di Repubblica la storia della realtà nata dall’intuizione di Alberto ed Antonio Statti. Garantisce lavoro e generazione di energia pulita

Pubblicato il: 21/10/2022 – 16:00
Il modello green della Rete Agricola Cauro. Alla ribalta nazionale

LAMEZIA TERME La storia delle aziende fondate da Alberto ed Antonio Statti è finita alla ribalta della stampa nazionale. Un servizio di approfondimento sulla “Rete Agricola Cauro”, nata dall’intuizione dei due imprenditori dell’agroalimentare lametino è stato pubblicato sul settimanale “Venerdì” in edicola con la Repubblica.
Nel servizio a firma di Alessandro Gassmann, viene spiegato come dalle due realtà imprenditoriali gestite dai fratelli Statti – la cooperativa Agricola Lenti e l’azienda Statti – sia infine nata la Rete che garantisce la valorizzazione di sottoprodotti dell’agricoltura.
Da quella realtà fondata dai due fratelli, nel 2012, viene creato un impianto di produzione di biogas, alimentato dai residui della produzione di olio, e un sistema di fitodepurazione che recuperi le acque di lavorazione.

Seguendo il racconto pubblicato dal settimanale, emerge poi che il progetto si arricchisce di pannelli fotovoltaici che sorgono sui tetti e si investe su un impianto di trigenerazione per coprire il fabbisogno termico aziendale.
Qui i fratelli Statti fanno confluire gli scarti delle lavorazioni delle aziende agricole della zona creando appunto una rete in cui vengono condivise le macchine operatrici e le attrezzature.
Una realtà che nel tempo ha garantito anche lavoro stabile in Calabria. Ed i risultati non si fanno attendere. La “Rete Agricola Cauro” vanta oggi 55 realtà imprenditoriali, 500 ettari coltivati e oltre 120 famiglie impegnate. Una realtà consolidata che ha un fatturato complessivo che supera i 20 milioni, con un indice di redditività ROE del 15 per cento. Sciorinando i dati, inoltre emerge che la realtà nata da quell’intuizione ha permesso in dieci anni di valorizzare 624 mila tonnellate di sottoprodotti, e riutilizzati 300 mila metri cubi di acqua.
Una realtà che è impegnata anche nel sociale, visto che assieme all’Istituto “Leonarda Vaccari” di Roma, usando le tecniche e le strategie della Comunicazione aumentativa e alternativa, ha sviluppato percorsi terapeutici per disabili.

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