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Vetrine sfondate nel cuore di Reggio Calabria. «Una vera emergenza sociale»

In totale sono sei gli esercizi commerciali colpiti. La denuncia: «Cittadini e imprenditori onesti sono allo stremo»

Pubblicato il: 24/11/2022 – 13:10
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Vetrine sfondate nel cuore di Reggio Calabria. «Una vera emergenza sociale»

REGGIO CALABRIA In totale sono sei gli esercizi commerciali colpiti nelle scorse ore tra via Aschenez e via Filippini a Reggio Calabria. Le vetrine sarebbero state distrutte per mettere a segno delle rapine. «Da qualche mese la cittadinanza si trova a fare i conti con auto bruciate, taglieggiamenti, scippi, rapine, furti, aggressioni e violenze». A denunciarlo è l’editore Franco Arcidiaco che parla di «paura, rabbia, smarrimento, sono queste le sensazioni che colgono tanti esercenti la mattina, all’apertura dei loro negozi. Ieri mattina – scrive sui social – è toccato ad Antonella Cuzzocrea davanti alla vetrina di Spazio Open sfondata e distrutta».

«Una vera emergenza sociale a Reggio Calabria»

«Paura nel vedere la porta sfondata e il nostro lavoro violato», scrive ancora Arcidiaco, che parla di una «vera emergenza sociale» a Reggio Calabria. «In città si registra una recrudescenza della microcriminalità, e da qualche mese la cittadinanza si trova a fare i conti con auto bruciate, taglieggiamenti, scippi, rapine, furti, aggressioni e violenze. Gli inquirenti, sempre alla ricerca spasmodica del terzo livello, sono in tutt’altre faccende affaccendati e lasciano campo libero al primo livello, alla manovalanza che tormenta cittadini e commercianti. A memoria d’uomo non si ricorda un solo arrestato per i reati cosiddetti minori che angustiano le nostre giornate. In compenso, – sottolinea – nei tribunali si favoleggia ancora di osso, mastrosso e carcagnosso, si rispolverano fascicoli vecchi di 40 anni e si riportano in vita improbabili boss ottuagenari che si reggono in piedi a malapena».

«Cittadini e imprenditori allo stremo»

«Cittadini e imprenditori onesti, – conclude Arcidiaco – sono allo stremo delle forze e la città affonda nelle sabbie mobili. Prefetti, questori e procuratori giungono a Reggio, città di frontiera, solo per conseguire il “diploma di master” che li proietti verso brillanti carriere. Siamo una città laboratorio destinata a marcire nel brodo di coltura alimentato dal cinismo di chi ha interesse a mantenere il Sud in condizione di irredimibilità».

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