CATANZARO Una carrellata sulle più belle e note arie d’opera per una conclusione di stagione davvero memorabile. È la sintesi del Gala lirico sinfonico “Vissi d’arte. Omaggio a Maria Callas” con cui il Festival d’autunno diretto da Antonietta Santacroce ha deciso di salutare il suo pubblico dell’edizione 2022. Sul palco del Teatro Politeama c’erano il soprano Amarilli Nizza, affermata cantante che è arrivata a Catanzaro dopo aver calcato quasi tutti i maggiori palcoscenici non solo europei ma di tutto il mondo, il ligure Fabio Armiliato, uno dei tenori più importanti della scena lirica internazionale, acclamato dal pubblico grazie alla sua particolare vocalità, e l’Orchestra Filarmonica della Calabria diretta dal maestro Filippo Arlia, composta da professionisti di primissimo livello. Tutti loro sono stati i protagonisti di questa nuova produzione targata Festival d’autunno, pensata e realizzata in vista delle prossime celebrazioni della nascita di Maria Callas, soprano dalle vette ineguagliate ancora oggi, un vero e proprio mito non solo per gli appassionati della lirica.
Organizzato dall’Associazione Donne In Arte, e sostenuto dal Ministero della Direzione Generale dello Spettacolo e dalla Regione Calabria nell’ambito del progetto Calabria Straordinaria, lo spettacolo cui hanno assistito i presenti in Teatro è stato un momento particolare, la cui eccezionalità oltre che nei suoi ospiti era specifica del programma scelto che ha compreso preludi, ouverture, intermezzi e arie tra i più conosciuti e più belli della tradizione operistica italiana. Dopo una breve presentazione e i saluti da parte del direttore artistico Santacroce, il concerto si è aperto con il preludio de “La Traviata” di Verdi, ripresa anche per il bis finale con la celeberrima “Libiamo, libiamo ne’ lieti calici”, e il pubblico invitato dai cantanti a battere festosamente le mani a tempo. Di Verdi nel corso della serata sono state anche proposte dalla sola Orchestra l’Ouverture del “Nabucco” , ma anche l’aria “Pace, pace mio Dio” da “La forza del destino” (Nizza), “Dio! Mi potevi scagliar” (Armiliato) e il duetto “Già nella notte densa” tratti entrambi da “Otello”.
Nel corso dell’esibizione, poi, c’era stato spazio anche per “Tosca” di Giacomo Puccini, riproposta con il soprano alle prese della famosa “Vissi d’arte”, e il tenore con quel capolavoro che è “… E lucevan le stelle”, oltre che con il duetto “Mario, Mario!”. Ma c’è stato posto anche per i “Pagliacci” di Leoncavallo, qui proposti con l’Intermezzo e il famoso “Ridi, pagliaccio” presentato da Armiliato. Il ricco programma ha inoltre potuto contare su due scelte azzeccate e allo stesso tempo sorprendenti: la “Adriana Lecouvreur” del compositore reggino Francesco Cilea, presentata sia con la sua Ouverture, sia con l’aria “Io son l’umile ancella”, e l’Intermezzo di “Manon Lescaut” di Puccini.
È inutile raccontare l’entusiasmo del pubblico, già infiammato fin dalle prime note di Verdi: composti, i presenti in qualche occasione si sono lasciati andare ad applausi affettuosi prima ancora che i musicisti smettessero di suonare, tanto erano forti le emozioni del momento. Così come tanto affetto è stato rivolto ai cantanti e insieme a loro al direttore Arlia: lunghissimi gli applausi finali, che avrebbero voluto, inutilmente, un ulteriore ritorno in scena di cantanti e direttore.
C’è stato solo il tempo per i saluti finali del direttore Santacroce: «Non potevamo chiudere meglio questa stagione – ha detto dal palco ai presenti -, l’appuntamento adesso è per settembre 2023».
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