COSENZA Nel contesto di riforma della Giustizia, la Legge Cartabia si pone l’obiettivo di ridurre la durata media dei procedimenti civili e penali e di diminuire il carico di arretrati sugli uffici giudiziari. Obiettivi da raggiungere garantendo un più efficiente e funzionale uso degli strumenti telematici. Il tema è stato al centro di un incontro tenutosi nella biblioteca “Arnoni” del Palazzo di Giustizia di Cosenza e che ha coinvolto Magistratura e Avvocatura penalista bruzia. All’incontro, organizzato dalla Camera penale “Avvocato Fausto di Gullo” di Cosenza guidata dall’avvocato Roberto Le Pera, ha partecipato – tra gli altri – anche il procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo.
«Stiamo già procedendo perché sono state introdotte alcune innovazioni importanti. Il processo telematico dovrebbe servire a sveltire la durata del procedimento eliminando i tempi morti, eliminando tutte quelle cose che gravano in termini negativi sulla durata dei procedimenti», E’ quanto osserva in una intervista rilasciata ai microfoni del Corriere della Calabria, il procuratore Spagnuolo. «Tutto questo – aggiunge – necessita di grande professionalità, di un primo periodo di rodaggio, questa legge inoltre non entra in vigore subito perché è l’unica parte della Riforma Cartabia che presenta un rito transitorio, quindi se ne parlerà di tra un anno e speriamo che sia foriera di miglioramento del sistema giudiziario».
Il procuratore di Cosenza poi sottolinea: «Noi siamo pronti, la Procura di Cosenza ha già attivato tutto ciò che è previsto». Ma quali sono le opportunità offerte dal processo telematico? E quali i limiti? «I vantaggi sono soltanto quelli di ridurre i tempi morti e risolvere delle cose anacronistiche come ad esempio le notifiche che si fanno ancora storicamente secondo il sistema dell’Ottocento andando a prendere alle persone e a casa loro ovvero mandando degli avvisi a mezzo di un sistema postale che determinano poi tutta una problematica perché non sempre vanno a buon fine».
Il piano di riforma della Giustizia presentato dal ministro Carlo Nordio, convince gran parte del centrodestra meno alcuni ex colleghi dell’attuale Guardasigilli. Il nodo legato alle intercettazioni è assai spinoso, un tema che ha riempito i dibattiti di polemiche e aperto il fronte a veementi reazioni e scontri. Sul punto, è intervenuto anche il procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo. «Intanto il ministro ha fatto una affermazione generale e concordo quando parla di abuso e soprattutto di diffusione delle intercettazioni che vanno a toccare le posizioni estranee al procedimento penale, ovvero di soggetti prosciolti o assolti che poi vengono rimessi un’altra volta sulla graticola mediatica». Il procuratore aggiunge: «Noi abbiamo un dato dal quale partire, l’attuale finanziaria prevede la riduzione dei costi per le intercettazioni questo non è un segnale favoloso. Il maggior costo sostenuto, in questo momento, nel pianeta di giustizia non è determinato dalle intercettazioni ma dal gratuito patrocinio», continua il procuratore che poi chiosa. «È lì che bisognerebbe andare a riguardare perché i controlli sono solo ti tipo formale e molto spesso se ne abusa».
È seguita la replica del presidente della Camera penale di Cosenza, Roberto Le Pera: «È quanto meno eccentrico porre sullo stesso piano le spese per attività investigative quali le intercettazioni – che in tanti casi si rilevano inutili o addirittura inutilizzabili – con le risorse impiegate dallo Stato per garantire alle persone non abbienti il corretto esercizio del diritto di difesa nei termini previsti dalla Costituzione, di cui il patrocinio a spese dello Stato costituisce la più alta forma di attuazione». (f.benincasa@corrierecal.it)
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