MADRID Un’indagine partita da un banale incidente stradale avvenuto a Granada ha portato a un finale inatteso, l’arresto di Zihnija Alimanovic, 63enne sloveno ricercato dalla giustizia italiana per presunti legami con la ‘Ndrangheta radicata in Lombardia. L’indagine, stando a fonti vicine agli investigatori, è partita dai rilevamenti effettuati dai vigili della città spagnola su uno scontro tra un’auto e una motocicletta ferma a un semaforo, a sua volta finita contro un furgone: un impatto senza gravi conseguenze per le persone coinvolte, ma dopo il quale la conducente del primo veicolo si è allontanata senza fermarsi. Lasciando tuttavia sul posto la targa del mezzo di cui era alla guida. Questo ha permesso alla polizia di mettersi alla ricerca dell’auto per cercare di rintracciarne la conducente: giorni dopo, il veicolo, di cui non era stato possibile verificare la titolarità, è stato trovato parcheggiato nel quartiere granadino dello Zaidín. Agenti in borghese si sono appostati per attendere la donna, ma, al suo posto, lo scorso 19 gennaio, a dirigersi verso il mezzo è stato proprio Alimanovic, presunto compagno della ricercata. «Tranquilli, non sono armato», avrebbe detto ai poliziotti che l’hanno intercettato per identificarlo. Dagli accertamenti svolti, è emerso che c’era un ordine di arresto internazionale emanato in Italia. Ed è immediatamente scattato l’arresto.
L’uomo, nato in Slovenia l’1 gennaio del 1959, era rimasto coinvolto nell’operazione anti-‘ndrangheta “Freccia” messa segno a giugno 2020 a Cantù e nelle province di Como e Monza che aveva portato all’arresto di 22 persone. I reati contestati erano associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e acquisizione indebita di esercizi pubblici, porto abusivo di armi e associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. L’autorità giudiziaria spagnola non ha al momento confermato se sia già stato consegnato alla giustizia italiana. (Ansa)
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