Il dramma della violenza sulle donne, i numeri del centro Demetra di Lamezia: 69 accessi nel 2022 – I DATI
Sono in tutto 38 le prese in carico in aumento rispetto al 2021. Cresce anche la consapevolezza. Nuova sinergia con il Museo lametino

LAMEZIA TERME Un anno particolarmente impegnativo con numeri che, seppur di poco, sono comunque in aumento. Per il Centro Antiviolenza “Demetra” di Lamezia Terme è tempo di tracciare il bilancio del 2022 e di ridisegnare il percorso da intraprendere nel nuovo anno, continuando con l’impegno di sempre per la città e la comunità lametina e, soprattutto, per tutte quelle donne che ne hanno un assoluto bisogno. Aprendo, però, nuovi orizzonti, come la sinergia con il Museo archeologico lametino. È tra questi spazi, infatti, che è stato presentato – nell’incontro moderato da Maria Pia Tucci – il report dell’ultimo anno insieme alle altre associazioni come la Comunità Progetto Sud, la Scuola del Sociale di CPS, l’Aiaf per l’assistenza legale, la Mago Merlino per l’accoglienza e l’ascolto, l’Asp e Associazione donne medico per l’assistenza sanitaria. Presenti anche il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, anche perché il CAV Demetra è nato proprio nel 2009 come partnership pubblico privata con il sostegno del Comune di Lamezia.

I numeri del 2022
«I dati sono in netto aumento – spiega al Corriere della Calabria Francesca Fiorentino Presidente dell’Associazione Mago Merlino – e sono coerenti con gli aumenti registrati a livello nazionale». Ed i numeri sono chiari: sono stati 69 gli accessi nel 2022 rispetto ai 56 del 2021; 38 le prese in carico di cui 30 sono state donne con accesso al centro per la prima volta nel 2022. I dati diffusi dal CAV Demetra raccontano molto di più: nel 34% dei casi si tratta di violenza fisica; psicologica nel 28% e 24% di stalking.

L’autore della violenza nel 52% dei casi è il coniuge; partner convivente nel 16% e non convivente nel 13% degli episodi. Nel 35% dei casi le donne vittime hanno una età compresa tra i 40 e i 49 anni. Hanno invece dai 30 ai 39 anni nel 32% dei casi registrati. Ancora più significativo, poi, il dato che riguarda la situazione lavorativa delle donne prese in carico dal CAV Demetra: inoccupate nel 30% dei casi, casalinghe per il 28%, precarie nel 15%.

«Nel periodo del lockdown la permanenza tra le mura domestiche ha aumentato la conflittualità, ma permane l’aumento dei numeri perché il lavoro che il centro antiviolenza sta svolgendo sul territorio è di parlare di questi argomenti, aumentando la consapevolezza delle donne che, con un accompagnamento o un sostegno, possono uscire da certe situazioni di schiavitù».

I piani per il 2023
Presentato poi il nuovo logo creato dai ragazzi della V E dell’IIS “Costanzo” di Soveria Mannelli e, nel corso dell’evento, inoltre, sono stati presentati i piani per il 2023: garantire l’apertura dello sportello secondo le condizioni previste dalla Legge Regionale ( 5gg x 4 ore al gg,) con flessibilità d’orario per favorire l’accesso per l’ascolto e le consulenze offerte dalle professioniste che compongono il partenariato; porre attenzione ai territori periferici favorendo l’accesso allo sportello o raggiungendo le persone interessate per l’ascolto nei territori più periferici del Distretto grazie ad una rete di contatti formali e informali realizzata con le precedenti progettazioni; saranno previsti due incontri formativi per il personale interno sulle tematiche della presa in carico delle vittime e delle metodologie di intervento, in particolare con le donne straniere mentre l’azione di informazione e prevenzione nelle scuole sarà prevista interventi di sensibilizzazione e di coinvolgimento dei giovani. E infine sono previsti interventi di mediatrici culturali a chiamata data la presenza di numerose donne migranti che si rivolgono allo sportello, l’avvio di percorsi di autonomia (doti e/o tirocini: caparre per l’affitto, iscrizione a corsi professionali, pagamento di babysitteraggio, o servizio di asilo, iscrizione e conseguimento patente di guida, apertura di partita iva e/o acquisto di strumentazione per lavorare) e un tirocinio lavorativo.

La sinergia con il Museo
Ancora una volta il museo archeologico lametino apre i propri spazi alla comunità. «L’ho ripetuto in tante occasioni – racconta Simona Bruni, direttore del Museo Archeologico Lametino ma questo ormai non è un leitmotiv ma è un elemento fondante di questo istituto museale, di questi punti che diventano hub territoriali, culturali. E in certi momenti diventano anche elementi di socialità cioè l’inserimento della struttura all’interno delle realtà sociali e culturali ma anche delle dinamiche curative». (g.curcio@corrierecal.it)

