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«Si apra anche in Calabria una fase nuova per il Pd»

La sorprendente vittoria di Elly Schlein al Congresso del Partito Democratico ha di fatto evidenziato in maniera macroscopica, e facilmente intellegibile, il netto scollamento fra il Partito, inte…

Pubblicato il: 01/03/2023 – 12:04
di MICHELE MIRABELLO*
«Si apra anche in Calabria una fase nuova per il Pd»

La sorprendente vittoria di Elly Schlein al Congresso del Partito Democratico ha di fatto evidenziato in maniera macroscopica, e facilmente intellegibile, il netto scollamento fra il Partito, inteso come tradizionale “apparato” e centro di potere, i semplici militanti, e soprattutto gli elettori del PD. Questo scollamento, che ha prodotto, per la prima volta, il ribaltamento dell’esito delle convenzioni di circolo, non si è stranamente percepito, con la stessa dirompente efficacia, in Calabria, laddove il consenso tributato a Bonaccini nella prima fase, con lo schieramento massiccio e “militare” del gruppo dirigente al gran completo, a partire dal Segretario Regionale, fino a tutti i consiglieri regionali, (tutti nessuno escluso), a tutti i segretari di federazione, è stato confermato in maniera altrettanto massiccia alle primarie. Sottolineare che la pervicace arroganza messa in campo dai soliti potentati del PD Calabrese, adusi a costruire a tavolino ed in cenacoli ristretti, equilibri e carriere, a determinare postazioni, unitamente all’utilizzo di metodi e liturgie che sono state sonoramente bocciate in tutto il resto del Paese, abbia portato praticamente tutti gli esponenti istituzionali del partito, e la parte più sostanziosa  del cosiddetto gruppo dirigente, a deragliare, e a costituire praticamente e plasticamente l’ultimo avamposto nazionale del fallimento delle metodologie autoreferenziali che hanno portato la sinistra italiana sin qui, è a questo punto superfluo e forse anche inutile.

E dunque, prima ancora di leggere il dato politico delle due consultazioni, interpretando in maniera non sufficientemente approfondita il senso dei  freddi numeri, sulla cui genuinità sin dalle prime battute come area politica Promessa Democratica abbiamo posto seri e fondati interrogativi, appare opportuno a questo punto valutare ed analizzare l’insufficiente ed indeterminato apporto che il Partito Democratico Calabrese ha saputo fornire in termini di idee, progetti, visione, costruzione di una prospettiva come contributo alla piattaforma politica nazionale ed alla Calabria ed ai calabresi.

E’ questo il punto vero di divaricazione tra il Partito calabrese e l’umore del mondo democratico che si è pronunciato in tutto il Paese. E’ su questo terreno che il Partito calabrese continua a segnare il passo, essendo impercettibile allo stato la differenza fra gli anni di commissariamento e questo anno di presenza-assenza del Segretario Irto. Quello calabrese è ancora oggi, anche all’indomani dello tsunami politico costituito dal trionfo della Schlein, un partito governato da logiche distruttive, chiuso, elitario, diretto da un’oligarchia che accumula fallimenti eppure si ripropone disponendo a proprio piacimento di apparati compiacenti o comunque supini e subalterni.  I numeri, le percentuali bulgare falsate da oleati meccanismi al servizio dei potentati dei signori delle tessere e delle primarie “a tavolino”, la dicono lunga su quanto accaduto nelle settimane scorse e su quanto avevamo preannunciato e denunciato fin dalle prime battute, fin momento della costituzione delle compiacenti commissioni per il Congresso. Dunque da una parte assenza totale di dibattito politico, di discussione, di programmazione, di progetti sulla Calabria e sul riscatto di questa martoriata regione, dall’altra il solito direttorio che gestisce candidature, progetti politici personali, prospettive di carriera senza mai fare i conti con il corpo del Partito e soprattutto con il resto del popolo democratico. Così, in queste misere condizioni, il Congresso è scivolato via senza che sia pervenuto alcunchè sul tavolo del dibattito politico, della programmazione, delle idee, della discussione e soprattutto della gestione e dell’Organizzazione politica del Partito nei territori. E’, ora, ed in sintesi, su questo terreno accidentato che si deve compiere il salto di qualità che si richiede anche a queste latitudini per la ricostruzione di un partito realmente “unito, aperto e inclusivo”, è questo il punto di approdo cui deve giungere la nostra comunità politica, interpretando finalmente a dovere il senso di una fase costituente che da Domenica scorsa è iniziata e non è certo finita, come forse chi già in queste ore riflette su come “ricollocarsi” pensa. Per quanto ci riguarda, invece, questo Congresso, con tutte le nostre differenziazioni e distinzioni politiche, ha rappresentato e rappresenta l’apertura di una pagina nuova, l’apertura su tutto il territorio regionale di una discussione, di un’opera di reale coinvolgimento con compagni che erano distanti, sfiduciati, disillusi. Quel mondo, con la nostra proposta e le nostre battaglie, siamo riusciti a rimetterlo in circolo e a valore, contribuendo, anche nella seconda fase delle primarie aperte, all’affermazione anche in Calabria di una presenza significativa della sensibilità politica progressista, più a sinistra del Partito Democratico. Su questi presupposti, sull’apertura di una fase di ricostruzione del tessuto umano e politico d’un partito chiuso da anni nelle stanze del potere, in Calabria ancor più che a Roma, siamo determinati a dare il nostro contributo alla segretaria Schlein ed al Partito Democratico Nazionale, in una nuova ottica autonomista, che riconosca i territori per i contenuti e le qualità che possono e devono esprimere, e non certo per le solite fedeltà giurate a correnti e centri di potere. Su questi obiettivi siamo pronti a dare il nostro contributo nella consapevolezza che il vento del cambiamento inaugurato dall’elezione della Segretaria Schlein non può che essere alimentato e rafforzato anche in Calabria, dove l’era dei grumi di potere e di gestione autoreferenziale, l’era dei doppi e tripli incarichi, l’era delle antiche metodologie, ancora una volta smascherate e denudate, si deve necessariamente e fatalmente dichiarare conclusa definitivamente, perchè come si suol dire, “non si ferma il vento con le mani”.

* Promessa Democratica con Cuperlo-PD Calabria

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