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la requisitoria

Catanzaro, tentata concussione ai danni del gestore di un lido, chiesta la condanna di un dirigente comunale

Il pm ha invocato la pena anche nei confronti del proprietario della struttura. Per l’accusa il funzionario avrebbe avviato «un’anomala trattativa»

Pubblicato il: 15/03/2023 – 17:49
di Alessia Truzzolillo
Catanzaro, tentata concussione ai danni del gestore di un lido, chiesta la condanna di un dirigente comunale

CATANZARO Il sostituto procuratore di Catanzaro Domenico Assumma ha invocato la pena di un anno e otto mesi di reclusione nei confronti di Andrea Adelchi Ottaviano, 59 anni, in qualità di dirigente del settore Edilizia provata e Sue del Comune di Catanzaro, e di Giovanni Valentino, 67 anni, proprietario dello stabilimento balneare “Lo Jonio ce l’hai” che si trova a Catanzaro Lido. I due imputati sono accusati di tentata concussione in concorso.

L’incendio del lido e la tentata concussione

Secondo l’accusa, in seguito all’incendio doloso che aveva interessato lo stabilimento balneare – del quale è gestore Matilde Talotta coadiuvata dal marito Aniello Grampone – era sorta una controversi tra i gestori e il proprietario Giovanni Valentino il quale si sarebbe rifiutato di sostenere le spese di rimozione e bonifica dell’area interessata dall’incendio, pretendendone l’esecuzione a spese di Talotta ma sotto la sua supervisione e con una ditta da lui scelta. Da parte sua Adelchi Ottaviano – nonostante i gestori avessero ottenuto dall’autorità giudiziaria un’autorizzazione al fine di provvedere alla bonifica – avrebbe contestato l’autorizzazione giudiziaria e convocato nel proprio ufficio Matilde Talotta e Valentino. Il giorno della convocazione la signora Talotta si è presentata insieme al marito Grampone e al proprio legale. Ottaviano però chiese all’avvocato e al marito di allontanarsi perché, avrebbe detto, «il signor Valentino è venuto da solo quindi la signora Talotta sarà da sola».
A questo punto il dirigente comunale, secondo l’accusa avrebbe intavolato una «anomala trattativa tutta pendente a favorire Valentino».
«Allora, l’interesse del Valentino e non soltanto farsi il lido nuovo, ma anche recuperarsi quello che è possibile dal vecchio.. ergo le due cose sono quasi inconciliabili, che difficoltà avete voi a dire non faccio la pulizia e a questa cosa qua ci metto un paravento, una cerata», avrebbe detto Ottaviano. 
In parole povere Adelchi Ottaviano avrebbe chiesto a Talotta e al marito di non provvedere a eseguire i già autorizzati lavori di bonifica o di eseguirli a loro spese ma lasciando decidere a Valentino la ditta a cui rivolgersi e il modo in cui operare (ossia dare una mera copertura lasciando le cose come stavano). Così facendo il dirigente avrebbe procurato a Valentino un vantaggio patrimoniale. 
Inoltre, secondo l’accusa, Ottaviano, facendo intendere ai gestori di poter incidere sulle vicende che riguardavano le loro istanze, ha contattato per telefono, davanti a Talotta e Grampone, il funzionario della Regione Alessandro Romeo: «Io vorrei se tu mi dai, mi dici di sì, farti parlare direttamente con il gestore, così ti spiega quali sono le problematiche del gestore e poi ci vediamo tu ed io vediamo da… come gestirla… martedì pomeriggio vengono loro e mercoledì vengo io».
Parte civile nel processo è la signora Matilde Talotta, difesa dall’avvocato Giuseppe Carvelli, mentre Ottaviano è difeso dall’avvocato Francesco Iacopino e Valentino dall’avvocato Nunzio Raimondi. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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