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l’indagine

Agguato nel Vibonese, il figlio del boss “Mbrogghia” arrestato per tentato omicidio

In manette Salvatore Mancuso (cl. ’94), figlio del capoclan. Esplosi tre colpi di pistola. L’aggressione filmata dalle telecamere di videosorveglianza – FOTO

Pubblicato il: 28/03/2023 – 14:24
Agguato nel Vibonese, il figlio del boss “Mbrogghia” arrestato per tentato omicidio

VIBO VALENTIA È stato identificato e arrestato il presunto responsabile del tentato omicidio di un uomo, avvenuto a San Gregorio d’Ippona, nel Vibonese, lo scorso 10 febbraio. Si tratta di Salvatore Mancuso (classe ’94), figlio peraltro del boss di ‘ndrangheta Peppe “’Mbrogghia” Mancuso, sebbene sia del tutto esclusa la matrice mafiosa dell’episodio. L’aggressione è stata documentata, in parte, dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza (foto in apertura di servizio e sotto) che mostrano la colluttazione tra il figlio del capoclan e la vittima (nel riquadro in rosso).

L’arresto

Alle prime luci dell’alba di oggi, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vibo Valentia hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Vibo Valentia su richiesta della Procura, guidata da Camillo Falvo, che ha coordinato tutta l’attività d’indagine unitamente al sostituto titolare, nei confronti di uomo, considerato il presunto autore.
L’uomo (difeso dall’avvocato Pasqualfabrizio A. A. Francica Mayo di Panaia), già noto alle forze dell’ordine per questioni legate ad una pregressa situazione debitoria della vittima, avrebbe attirato quest’ultima fuori dalla propria abitazione, incendiandogli le due autovetture di proprietà parcheggiate nelle vicinanze per poi, dopo una breve conversazione, sparargli tre colpi di pistola da distanza molto ravvicinata. Solo la prontezza di riflessi della vittima, che è riuscita a spostare l’arma durante l’azione di fuoco, ha fatto sì che due colpi andassero a vuoto e solo uno lo attingesse alla gamba sinistra, cagionandogli ferite ritenute guaribili in almeno trenta giorni. Le indagini condotte in modo serrato dagli inquirenti, in un clima di scarsa collaborazione e tentativi di fuorviare le investigazioni, hanno tuttavia consentito ai militari e alla Procura di risalire all’identità del presunto autore, ora ristretto nel carcere di Vibo Valentia a disposizione della magistratura. Previsto per domani l’interrogatorio di garanzia. (Gi.Cu.)

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