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l’incontro

Loiero raduna il fronte del no all’autonomia differenziata: «È la secessione dei ricchi»

L’ex ministro ed ex governatore a sostegno della raccolta firme avviata dal Coordinamento democrazia costituzionale. «La Lega mina l’unità del Paese»

Pubblicato il: 15/04/2023 – 18:59
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Loiero raduna il fronte del no all’autonomia differenziata: «È la secessione dei ricchi»

LAMEZIA TERME «L’unità è sancita dall’articolo 5 della Costituzione, che dice che l’Italia è una e indivisibile: ma così viene divisa più ancora di quanto non lo sia adesso». Agazio Loiero, già ministro per i rapporti con il Parlamento e poi per gli affari regionali e già governatore della Calabria, raduna in un hotel alle porte di Lamezia Terme il fronte calabrese del no all’autonomia differenziata nell’ambito di un’iniziativa per completare la raccolta di firme promossa dal costituzionalista Massimo Villone contro il Dl Calderoli. All’appello rispondono in tanti, dai “loieriani” di sempre a vari esponenti del centrosinistra, soprattutto del Pd a partire dal senatore e segretario regionale Nicola Irto, ma anche del centrodestra moderato, per arrivare a diversi sindaci tra cui Nicola Fiorita, primo cittadino di Catanzaro, e Franz Caruso, primo cittadino di Cosenza.

In platea tra gli altri Franz Caruso e Nicola Irto

Loiero: «Si rischia la secessione»

Loiero, che è stato storicamente uno tra i primi a mettere in guardia dal rischio di derive secessioniste, apre i lavori spiegando il perché della raccolta firme, che si sta avvicinando alla fatidica quota delle 50mila, e il perché del no al progetto di Calderoli, il big leghista che Loiero ben conosce avendolo anche ospitato a Palazzo Alemanni a Catanzaro nel 2008 quando guidava la Regione: «Questa iniziativa della raccolta delle firme – dice Loiero –  è l’unico modo per fermarlo, perché Calderoli è andato avanti come ha fatto sempre nella sua lunga vita politica, perché è stato relatore della Devolution, ha fatto quella legge che lui stesso ha definito porcata. Questa è una secessione del Nord fatta dai ricchi: se come ha detto il presidente del Veneto Zaia si vuole trattenere il 90% dei tributi, manca tutta la parte perequativa che gestisce lo Stato a favore delle zone deboli. Questo è il nocciolo. E loro lo  vogliono fare senza passare dal Parlamento. è una cosa che sconvolge l’unità del Paese. Non dimentichiamo che l’unità è sancita dall’articolo 5 della Costituzione, che dice che l’Italia è una e indivisibile: ma così viene divisa più ancora di quanto non lo sia adesso. E quindi – rimarca l’ex ministro ed ex presidente della Regione – noi facciamo questo per fermare questo disegno». Loiero poi evidenzia che «ci sono 120 costituzionalisti che firmano contro, l’Università Cattolica di Milano è contro, non è che al Nord sono tutti a favore, perché evidentemente capiscono che l’unità d’Italia si spezza più di quanto già non lo sia. Poi, bisogna anche essere onesti e ricordare che a facilitare questa condizione attuale è stato anche il centrosinistra, che ha iniziato il tutto nel tentativo di recuperare la Lega che voleva fare la secessione: si ricorderà che nel 1996 la Lega andò da sola e prese oltre il 10% e tutti furono preoccupati di una rottura dell’unità italiana. E fu un errore, perché poi c’è stato chi ne ha approfittato come vediamo oggi. Oggi però – rimarca Loiero –  il rischio è davvero forte perché magari anni fa la secessione non venne presa sul serio ma adesso ci sono le condizioni parlamentari perché questo avvenga». Nei confronti del governatore attuale, Roberto Occhiuto, Loiero non è critico: «Devo dire la verità, Occhiuto si è espresso a favore però dopo 10-15 giorni ha cambiato posizione, perché si è reso conto che non ci si può fidare fino in fondo della Lega. Immagino questo, io non ho parlato con Occhiuto. Però ha fatto un passo indietro, e questo gli fa onore».

Il costituzionalista Villone nel videomessaggio

L’introduzione di Villone

A introdurre il tema, in un videomessaggio, lo stesso Villone, presidente del Coordinamento per la Democrazia costituzionale promotore della raccolta di firme contro l’autonomia differenziata: «Questo progetto non tiene conto del Parlamento, laddove invece queste riforme devono passare dal Parlamento che è la sede deputata a discuterle. Inoltre, si conferma il criterio della spesa storica che danneggia le Regioni più deboli. Sembra di rivivere il miraggio del “Grande Nord” che si stacca dal resto dell’Italia per agganciarsi al treno degli Stati più forti come voleva la Lega secessionista negli anni ’90». (c. a.)

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