Corruzione al Tribunale di Latina, arrestati la gip cosentina e due suoi collaboratori – NOMI E VIDEO
Giorgia Castriota già giudice a Reggio è finita in carcere assieme ad un assistente giudiziario. Ai domiciliari la terza persona

PERUGIA Una giudice delle indagini preliminari del tribunale di Latina e un suo collaboratore nell’ambito di procedure di amministrazione giudiziaria sono stati arrestati dalla guardia di finanza di Perugia in quanto accusati a vario titolo di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, corruzione in atti giudiziari e induzione indebita a dare o promettere utilità.
Un’altra collaboratrice è stata invece messo agli arresti domiciliari. Nei confronti dei tre è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal Gip del capoluogo umbro su richiesta della Procura guidata da Raffaele Cantone.
Le indagini
Le indagini che hanno portato all’arresto di Giorgia Castriota, nata 45 anni fa a Cosenza e giudice per le indagini preliminari in servizio al tribunale di Latina, già giudice al Tribunale di Reggio Calabria, e di Silvano Ferraro e Stefania Vitto, collaboratori nell’ambito di procedure di amministrazione giudiziaria, nascono dalla denuncia presentata dal rappresentante legale pro tempore di diverse società, tutte riconducibili allo stesso gruppo operante nel settore della logistica, sequestrate nell’ambito di un procedimento incardinato per reati tributari alla Procura della Repubblica di Latina. Nello specifico, si legge nella nota della Guardia di Finanza, l’imprenditore lamentava irregolarità e condotte non trasparenti che vi sarebbero state nella gestione dei compendi aziendali sequestrati e che, secondo quanto da lui prospettato, sarebbero state poste in essere dagli amministratori giudiziari e dal coadiutore, con l’avallo del giudice per le indagini preliminari.
Le indagini sono state delegate ai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Perugia e sono in corso, da parecchi mesi. In particolare, attraverso l’esame di tabulati telefonici, servizi di osservazione, controllo e pedinamento, acquisizione di documentazione bancaria, disamina delle movimentazioni finanziarie dei soggetti coinvolti e, soprattutto, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, che, ancora una volta, sono risultate assolutamente determinati ai fini investigativi, per l’individuazione dei gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati.
Quello che è emerso – spiega la Gdf in una nota – è l’esistenza di una rete di rapporti amicali e di frequentazione fra i vari soggetti che, all’interno dell’amministrazione giudiziaria, hanno percepito e stanno tuttora percependo compensi particolarmente cospicui. Secondo quanto accertato dagli investigatori, il conferimento degli incarichi sarebbe avvenuto al di fuori di qualsiasi criterio oggettivo e soprattutto in contrasto con il divieto di assumere il ruolo di amministratore giudiziario e coadiutore da parte di coloro che hanno, con il magistrato che conferisce l’incarico, una «assidua frequentazione, quella derivante da una relazione sentimentale o da un rapporto di amicizia stabilmente protrattosi nel tempo e connotato da reciproca confidenza, nonché il rapporto di frequentazione tra commensali abituali».
I nomi
Le persone raggiunte da ordinanza cautelare in particolare sono:
- Giorgia Castriota, giudice delle indagini preliminari di Latina (custodia in carcere)
- Silvano Ferraro, collaboratore giudiziario (custodia in carcere)
- Stefania Vitto, collaboratore giudiziario (arresti domiciliari)