La situazione del randagismo a Corigliano Rossano ha raggiunto da tempo livelli fuori controllo, così come in tutta la Calabria, in tutto il sud Italia. Ieri i condomini di via Rimembranza 6 nel centro di Corigliano quartiere Acquedotto, ci hanno contattato per un randagio che è entrato nell’androne per fuggire alle intemperie e dato riparo ai 10 cuccioli che ha partorito nelle scale per cui abbiamo allertato le Autorità ossia la Asp e la Polizia Locale e costretti a rivolgerci ai carabinieri per sollecitare l’accalappio. La risposta delle autorità l’associazione Stop Animal Crimes Italia – è stata quella per cui nei 2 canili convenzionati non c’è più posto e così per tutta la giornata di lunedì nessuno ha recuperato la cagna e i cuccioli, nonostante nella mattinata odierna un disabile sarebbe stato prelevato dall’ambulanza utilizzando quella pedana occupata, se non un rapido sopralluogo del veterinario Asp reperibile. La cagnetta, battezzata Biondina, ha rinunciato alle sue necessità etologiche, alla sua elusività e privacy, per la disperazione di trovare un luogo sicuro dove dare alla luce la sua prole e così ha partorito dinnanzi alle persone, intimorita e spaesata ma fiera della sua dignità. Solo per le nostre insistenze durate 36 ore circa e solite minacce di denunce, il Comune ha garantito il prelievo dell’animale e dei suoi 10 cuccioli (dieci!) ancora una volta rendendo uno spazio libero in canile fino a poche ore prima inesistente! Abbiamo deciso di notiziare il Prefetto della Provincia di Cosenza per indire un tavolo tecnico con i Comuni interessati, poichè il randagismo ha assunto un livello intollerabile e non da oggi; randagi presenti ovunque, costretti a ripararsi nelle case dei cittadini, vaganti pericolosamente per la vie di comunicazione stradale e spesso vittime di avvelenamenti quale deterrente fai da te di criminali. Un problema dai connotati sanitari, ambientali, politici e giudiziari che ha saturato non solo il territorio ma anche i canili e non solo quelli convenzionati di Rossano e Cassano allo Jonio, quale conseguenza di aver sempre ignorato l’importanza di arginare le nascite mediante azioni preventive. La totale assenza di prevenzione da parte dei Sindaci e delle ASP veterinarie (il Sindaco di Corigliano Rossano da più anni ha ricevuto nostre ed altre proposte al problema ma non ci ha mai considerato, preferendo la propaganda pubblicizzando progetti palliativi) è la causa alla base della drammatica situazione, che pensano di affrontare il problema esclusivamente guardando ai canili come unica soluzione e spendendo così milioni di euro per il mantenimento dei cani in canili perennemente colmi, indifferenti al concetto cardine della L. 281/91 della prevenzione ossia ad attività volte a reprimere alla nascita il fenomeno (censimenti, controlli sulla corretta custodia dei cani di proprietà, sterilizzazioni e reimmissioni, lotta all’abusivismo delle numerose strutture abusive che gestiscono randagi fuori dalle leggi, alimentandolo, ecc..). Un sistema istituzionale inadempiente che gestisce un fenomeno fortemente radicato e diffusissimo quale è il randagismo come una materia di ultima competenza, che ha indirettamente contribuito altresì a spingere l’animalismo a gestire i cani randagi glissando le norme, favorendo diffusi fenomeni di lucro nel volontariato. L’animalismo che, timoroso per natura di denunciare ed esporsi nell’esigere l’applicazione della legge come purtroppo solo in pochi fanno, opta di sostituirsi agli enti preposti nel soccorrere animali in difficoltà, ma con la grave colpa di aver altresì rinunciato ad entrare nei canili per stimolare le adozioni come, anche in questo caso, in troppo pochi fanno! A Corigliano Rossano quindi, anche se a livelli di gravità più elevata, avviene ciò che avviene in tutto il sud, da un lato gli enti pubblici preposti che ignorano azioni contro le cause del randagismo e quindi le opportune mirate soluzioni sopra esposte e dall’altro molte Associazioni e “volontari” fuori controllo che si occupano dei sintomi ma non della malattia. Per questa ragione, per non doverci continuamente trovare coinvolti ore e ore sul territorio tra le richieste inascoltate di cittadini che segnalano e le Autorità preposte, oltre a reiterare con forza l’invito rivolto ai volontari e Associazioni di rispettare scrupolosamente le norme entrando ossia nei canili per fare adottare i cani e denunciare le omissioni e ogni altra anomalia, chiederemo l’intervento del Prefetto e denunceremo il fatto accaduto a Corigliano ovvero inizieremo a denunciare ogni atto contrario alla legge (ogni pubblico ufficiale – tra cui sindaci e veterinari pubblici – che non ottempera ai propri doveri, ogni gestore di canile che non garantisce benessere ai cani o che vieta il Libero ingresso, ma anche chi sfrutta economicamente i randagi in nome del falso volontariato), auspicando che la nuova legge calabrese sul randagismo entri presto in vigore, in quanto a nostro parere efficace al contrasto del fenomeno. In fondo, per risolvere il problema del randagismo – come spesso capita in altri settori – sarebbe sufficiente rispettare le leggi esistenti, le migliori in Europa ma le più eluse.
* Movimento animalista e ambientalista
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