Morì 26 anni fa in caserma a Cassano, la famiglia chiede di riaprire il caso
Il caso di Giuseppe Passarelli è stato archiviato come suicidio a Castrovillari. La sorella: «Nessuno ha mai analizzato la sua divisa»

POLICORO La famiglia continua a chiedere giustizia e verità sul caso di Giuseppe Passarelli, giovane carabiniere di Policoro trovato in fin di vita 26 anni fa in una stanza della caserma di Cassano allo Jonio. I giudici stabilirono che si trattò di suicidio. Ma la versione non ha mai convinto i familiari. Angela e Antonio Passarelli, rispettivamente sorella e padre di Giuseppe, e a Marianna Tamburrino, referente Libera Basilicata, alla Tgr della Basilicata ripropongono la necessità che si faccia chiarezza su quella morte.
«Non si è mai controllato – spiega la sorella – se il terriccio sulla divisa appartiene a un luogo adiacente alla caserma, visto che i suoi commilitoni hanno detto che è stato trovato in caserma, sollevato di peso e poi trasportato in ospedale. Nessuno, fino a oggi, ha avuto il coraggio di prendere la divisa e farla analizzare. Sulla divisa di mio fratello c’è la verità ma nessuno vuole leggerla: chiunque capirebbe che mio fratello è stato ucciso». Il caso è stato archiviato per tre volte dalla Procura di Castrovillari come suicidio nel corso degli anni.

La versione ufficiale dice che il 21enne si è sparato un colpo di pistola alla testa nella caserma in cui era arrivato da poche settimane. «Ma sulla sua pistola – continua Angela Passarelli – non ci sono impronte digitali o tracce di polvere da sparo, qualcosa è stato nascosta». Il padre Antonio ricorda che Giuseppe «diceva di essere orgoglioso di indossare la divisa: neanche due settimane e si è sparato, ma stiamo scherzando? Hanno ucciso mio figlio, la divisa e tutta la famiglia. E non è stato ucciso in caserma».
Libera Basilicata accompagna la famiglia nella ricerca di verità. Che passa anche da alcune anomalie mai chiarite, come una sparatoria che si sarebbe verificata a Cassano allo Jonio, proprio nei pressi della caserma, il giorno in cui Passarelli ha perso la vita. «Bisogna indagare su tutte le anomalie – spiega l’avvocato Tamburrino – che ci sono state in quella giornata, a partire da un cambio di turno dell’ultimo momento. Abbiamo necessità che il caso venga riaperto».