COSENZA Ogni anno dal 2002, il 23 maggio si celebra la giornata della legalità: l’occasione per ricordare la strage di Capaci e il sacrificio dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Per l’occasione, il procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri è ritornato a Cosenza per incontrare gli studenti del liceo classico Telesio. «Accanto al ricordo di Falcone, si rinnova il dispiacere nel vedere tante persone in vita che usano la sua persona per parlare a sproposito. Le stesse che lo calunniavano quando Falcone era al Ministero, o ancora prima a Palermo», dice Gratteri. Che aggiunge: «Alcuni lo diffamavano, molti che calunniano non hanno poi il coraggio di ripetere le cose in pubblico». «Era molto invidiato Falcone – aggiunge – perché era un fuoriclasse, era una persona che capiva le cose 20 anni prima degli altri e questo ai mediocri da molto fastidio». «Paradossalmente – chiosa – la cosa più rivoluzionaria di Falcone è stata dopo la sua morte. La scomparsa di Falcone ha creato molti gattopardi che dopo la sua morte sono saliti sul carro, sulle macerie e sul sangue della strage di Capaci». Ma i mafiosi non avevano messo in conto la “ribellione” del popolo siciliano sano, dei giovani. «Migliaia di persone, ma soprattutto migliaia di giovani sono scesi in piazza ed hanno occupato gli spazi che dovevano occupare gli adulti. E’ questa la grande eredità che ha lasciato Falcone. Le sue azioni continuano a vivere attraverso questi ragazzi».
La strage di Capaci ha segnato uno spartiacque nella lotta alla mafia. «Vi è stata una grande consapevolezza della presenza delle mafie nelle aree di territorio dove si negava l’esistenza delle stesse. Oggi, anche sul piano giudiziario, riusciamo a dimostrare che la mafia ormai è radicata in quasi tutta Italia, in Europa, ed è l’unica mafia presente in tutti i continenti». Uno degli strumenti utili a minare il potere della criminalità organizzata calabrese è sicuramente quello del sequestro dei beni. «Ciò che manca è un potenziamento dell’agenzia dei beni confiscati che possa veramente rendere fruibili questi beni alla collettività. Devono essere presi in gestione da associazioni, da cooperative, dal volontariato».
Il prossimo 9 giugno, l’aula bunker di Lamezia Terme ospiterà l’udienza preliminare del processo “Reset” che ha assestato un duro colpo alla mala cosentina. «Un’indagine costruita in modo serio, sistematico e durata anni. Ho fatto degli innesti importanti. Ho messo due ragazzi colleghi molto bravi, molto seri e preparati e io sono fiducioso della bontà del lavoro della polizia giudiziaria e del mio ufficio. Accanto al lavoro continuo e incessante di donne e uomini delle forze dell’ordine, Gratteri sottolinea le carenze di organico e la necessità di una riforma concreta. «Mancano 20.000 poliziotti e altrettanti carabinieri, ma anche assumendoli tutti non si risolverebbe il problema. Quello legato alle nuove tecnologie a disposizione della criminalità organizzata. Abbiamo bisogno di ingegneri informatici, non basta più solo il maresciallo, dobbiamo contrastare gli hacker capaci di costruire piattaforme per consentire alle mafie di comunicare in chiaro. Le passerelle sono inutili, dobbiamo fare le riforme».
Presenti al convegno, anche le sorelle della presidente della Regione Calabria Jole Santelli, scomparsa due anni fa. A margine della manifestazione, sono state intitolate le terrazze del Liceo Telesio, proprio alla memoria della governatrice, ex studentessa telesiana.
x
x