Naufragio di Cutro, chiude il centro coordinamento ricerche
La comunicazione della prefettura di Crotone. Molte delle 94 vittime sono state inumate nei cimiteri italiani

CROTONE Nella giornata odierna, acquisito il parere concorde di tutti i convenuti, si è sancita formalmente la chiusura del centro coordinamento ricerche attivato in concomitanza con gli eventi tragici del 26 di febbraio scorso a Cutro. «La data del 30 di maggio – riporta una nota della prefettura di Crotone – a distanza di oltre tre mesi dal naufragio dei migranti, è stata ritenuta unanimemente coerente sia con gli impegni assunti dal Governo verso i familiari delle vittime e verso i superstiti, e riportati pure sui media nazionali, di tenere alta la soglia di attenzione sia, sotto il profilo tecnico, con i modelli organizzativi che normalmente accompagnano le attività di ricerca delle persone e che ne definiscono la complessiva durata. Il Comandante della Capitaneria di porto di Crotone che sinora ha diretto e coordinato le fasi delle ricerche ha assicurato la pronta riattivazione del dispositivo all’occorrenza garantendo comunque la prosecuzione del pattugliamento a mare nell’ambito delle iniziative istituzionali dedicate all’ imminente avvio della stagione balneare. Parallelamente alle fasi delle ricerche hanno trovato conclusione anche gli adempimenti logistici connessi alla gestione delle salme e condotti nell’intento di recepire le istanze dei familiari tanto rispetto al luogo di sepoltura, in Italia o all’estero, che alle usanze dei riti religiosi delle vittime.
Il quadro finale sulla destinazione delle 94 vittime
Tunisia 1
Pakistan 6
Iran 1
Germania 12
Palestina 1
Finlandia 1
Afghanistan 48
A ciò va aggiunto che 14 vittime hanno trovato inumazione presso il cimitero musulmano di Bologna grazie alla mediazione del presidente delle comunità islamiche in Italia, 7 presso un’area individuata del cimitero di Cutro, anche in questo caso, a seguito dell’intervento collaborativo del locale Imam e dei tecnici comunali, 1 presso il cimitero di Paola (nel Cosentino) e 2 presso quello di Crotone. La prefettura segnala infine come avesse trovato già termine tutta l’attività programmata per l’assistenza degli 80 sopravvissuti e dei familiari accolti dapprima presso una struttura ricettiva della città di Crotone e di seguito in parte inseriti nel programma di redistribuzione comunitario, noto come relocation, in altra parte ricongiunti ai familiari in Italia o all’Estero.