CATANZARO Nel nome e nel ricordo di Saverio Corasoniti. È stato aperto a Catanzaro il centro polivalente “Abc Autismo e Bisogni complessi” dedicato al giovane di 22 anni, affetto da autismo, morto lo scorso 22 ottobre insieme a due suoi fratelli – Aldo (16 anni) e Mattia (12) – nel tragico incendio dello abitazione nel quartiere periferico Pistoia. All’inaugurazione hanno partecipato anche i familiari di Saverio Corasoniti, il papà Vitaliano e la madre Rita Mazzei, che rimasero feriti gravemente nel rogo insieme ad altri due figli piccoli ristabilendosi solo dopo diverse settimane, anche se ovviamente ancora portano i segni di quella tragedia. «Mi auguro che le famiglie non vengano più abbandonate a loro stesse, come purtroppo è stato il nostro caso», si è limitato a dire Vitaliano Corasoniti, particolarmente emozionato. Il Centro “Abc Autismo e Bisogni complessi”, che sorge all’interno di Villa Betania e che coinvolge quattro ambiti territoriali – oltre a Catanzaro, anche Lamezia Terme, Soverato e Soveria Mannelli – in un più complessivo progetto della Regione, è gestito dalla fondazione Città Solidale Onlus: il centro, nel quale opererà una equipe composta da due educatori, un assistente sociale, due Oss e uno psicologo, è destinato alle persone con la sindrome dello spettro autistico dai 18 ai 40 anni e assicura ospitalità diurna, accudimento della persona, attività di osservazione e orientamento mirate ad educare il soggetto all’autonomia personale, a migliorare e mantenere le sue capacità e competenze, e l’inserimento nel contesto territoriale.
Molto toccante la cerimonia di inaugurazione, con il taglio del nastro da parte dell’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago, e del sindaco Nicola Fiorita. Intenso l’intervento di Maria Spina, nonna di Saverio Corasoniti: «Saverio desiderava tanto che tutti questi ragazzi, speciali, venissero guardati con occhi pieni di amore, non come diversità. A nome di Saverio voglio dire che chi non ha conosciuto un ragazzo speciale perde un tesoro. Lui amava tutti i ragazzi speciali. Sono grato a tutti voi, al sindaco Fiorita che è stato l’unico sempre presente nella famiglia di mio figlio. E poi – ha proseguito Maria Spina – vorrei una promessa, da tutti quelli che verranno a lavorare qui: che abbiano tanto amore, tanto amore, perché sono ragazzi intelligenti e meravigliosi. Quando mio nipote Saverio mi diceva qualcosa mi sentito piccola. In nome di Saverio prego a tutti di metterci tutto l’amore di cui sono capaci».
«Ogni volta che si apre una struttura come questa – ha detto a sua volta monsignor Maniago – si respira perché si dà una risposta alle tantissime domande che provengono da persone e famiglie provate da situazioni difficili come l’autismo. Magari è una piccola risposta rispetto alla grandezza del problema e delle esigenze, ma intanto è una risposta, è un respiro, una boccata di ossigeno. Sapere che ci sono realtà di questo genere ci fa capire che la città si muove nella direzione giusta, cioè un coinvolgere tutti e non dimenticare nessuno, e questi sono segnali di cui abbiamo bisogno». Per Fiorita si tratta di «un momento significativo, di per sé, perché l’apertura di un centro sull’autismo è un segnale molto importante in ogni città e per ogni amministrazione perché marca un’attenzione verso soggetti deboli che hanno bisogno di sostegno, spazi, progetti, cura, assistenza continua. Poi ci sono altri tre elementi da sottolineare: il primo è che l’apertura di questo centro sta dentro un più ampio progetto e una strategia più ampia accompagnando un tentativo in atto con alcuni operatori commerciali di creare una città amica delle famiglie che devono fronteggiare questo fenomeno. L’altro elemento è che questo centro – ha rimarcato il sindaco – nasce con la collaborazione di Fondazione Città Solidale, del Comune, e di Fondazione Betania e ci auguriamo che sia anche un momento di ripartenza per Fondazione Betania, che è una realtà importante che la città non perdere. Infine, la scelta di intitolare questo centro a Saverio Corasoniti, ricordando un ragazzo che ha vissuto più difficoltà, quella di vivere in una situazione di degrado e di disagio come purtroppo spesso accade nelle nostre periferie e quella di dover fronteggiare questa sua difficoltà e che ha perso purtroppo la vita in quella tragedia che non vogliamo dimenticare. Abbiamo cercato in questi mesi di stare vicino a questa famiglia che ha tanto sofferto e oggi lo facciamo in una forma diversa, ricordando questa giovane vita spezzata in un evento tragico». Infine, padre Piero Puglisi, presidente di Fondazione Città Solidale, ha specificato che «le richieste dei familiari sono tante perché i problemi ci sono, gli utenti ci sono e sono sempre in aumento. Oggi finalmente attiviamo questo servizio che può dare risposte a 15 utenti in questo Centro, un centro bellissimo, attrezzato ad hoc e rispondente alle normative nazionali e regionali. È un progetto sperimentale, della durata biennale, lavoriamo da subito affinché possa stabilizzarsi ed essere un servizio permanente. Certo – ha aggiunto – non è sufficiente, 15 posti non bastano a soddisfare le richieste e i bisogni del territorio, e allora lavoriamo con le istituzioni competenti per dare risposte sempre più efficaci». Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, anche l’assessore comunale alle Politiche sociali Venturino Lazzaro, il vicesindaco Giusi Iemma e il presidente del Consiglio comunale Gianmichele Bosco. (c. a.)
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