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la storia

«Non sono un fannullone, ma senza Reddito non pagherò le bollette. Navigator? Mai sentito uno»

La testimonianza di un ex percettore del sussidio. «Ho deciso di accettarlo nel maggio 2022: non ce la facevo più a farmi sfruttare»

Pubblicato il: 07/08/2023 – 15:09
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«Non sono un fannullone, ma senza Reddito non pagherò le bollette. Navigator? Mai sentito uno»

REGGIO CALABRIA «La bolletta di agosto forse riesco a pagarla. Il problema è dopo: ammesso che la piattaforma per i corsi di formazione parta a settembre, fino a novembre dovrei stare senza soldi». Quella di Luigi è una delle storie raccolte dal Fatto Quotidiano sugli ormai ex fruitori del Reddito di cittadinanza. E non racconta la vita da divano di un “fannullone” ma quella di un 53enne che ha fatto di tutto per cercare una stabilità. Anche un lavoro in una società finanziaria che, per assumerlo, ha preteso le dimissioni in bianco. Per Luigi il sussidio è stata una stampella dopo anni di stenti. «Mi sono sempre arrabattato – spiega al Fatto –. Ho presentato domande per una quarantina di concorsi. Ho lavorato come meccanico in un’officina a 100 euro alla settimana per 9 ore al giorno. Ovviamente in nero ma non c’era altro. Quando è uscito il Reddito di cittadinanza non l’ho chiesto subito, perché pensavo di farcela e invece solo lavori in nero: niente ferie, malattia, diritti. Nel maggio del 2022 ho detto stop: o continuavo a farmi sfruttare o cercavo di inserirmi in un percorso lavorativo». Una volta ottenuto il sussidio Luigi non è mai stato chiamato da un navigator: «Ho studiato, ho tutte le patenti di guida e ho frequentato corsi di informatica. Se fossi un incapace analfabeta potrei capirlo, ma non è così. Alla mia età sei escluso dalla ruota lavorativa». La sua è la storia di una persona che vuole lavorare ma, in un contesto come quello di Reggio Calabria, non trova sbocchi: «Ad aprile ho firmato il “patto per il lavoro”, mi sono pure iscritto a un corso di formazione per operatore ecologico ma non è mai partito. La mattina controllo il cellulare, se è arrivata una telefonata, se c’è un annuncio di lavoro, un’azienda cui inviare il curriculum». Per adesso è arrivato soltanto l’sms dell’Inps che gli annunciava la sospensione del Reddito. 

I 14mila percettori in Calabria e le prime proteste

La sua esperienza si somma a quella di altre migliaia di calabresi – 14mila secondo una stima della Cgil – rimasti senza reddito dopo la stringata comunicazione dell’Inps. «Si tratta di famiglie sotto il livello di povertà – ha sottolineato il segretario generale Angelo Sposato – che stanno vivendo un dramma sociale, senza alcuna prospettiva di lavoro e sostegno al reddito. Questo governo sta sbagliando tutto, ma proprio tutto, e rischia di portare il Paese alla deriva. C’è il rischio, inoltre che il disagio provocato dal Governo si scarichi sulle Amministrazioni pubbliche locali, che soprattutto nel sud vivono quotidianamente emergenze sociali e difficoltà». Nei giorni scorsi, a Pizzo, un altro ex percettore del reddito di cittadinanza ha protestato per due volte: nella prima circostanza si è incatenato davanti al Comune della città, qualche giorno dopo è salito sul tetto del municipio minacciando di gettarsi giù. L’uomo, alla soglia dei 60 anni, vive una casa di proprietà dell’amministrazione comunale e ha visto venire meno la propria unica certezza. Alla fine si è lasciato convincere e ha posto fine alla protesta: è stato preso in carico dai servizi sociali.

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