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La “Grande Cosenza” e l’altolà della Corte dei Conti: «La fusione va ponderata dimostrando il reale vantaggio»

I giudici contabili: «La complessità dei processi può rendere meno agevole la gestione, soprattutto se dettata da logiche contingenti»

Pubblicato il: 08/08/2023 – 13:34
La “Grande Cosenza” e l’altolà della Corte dei Conti: «La fusione va ponderata dimostrando il reale vantaggio»

LAMEZIA TERME Più si è piccoli e più e conveniente aggregarsi e fondersi. La Sezione delle Autonomie della Corte dei Conti si sofferma sul tema della fusione dei Comuni nell’ultima relazione sulla gestione finanziaria degli enti locali (esercizi 2020-2022) e lancia un preciso “avvertimento” anche alla politica regionale calabrese, che sul tema si sta confrontando, non senza asprezze, con riferimento soprattutto al progetto di legge sulla cosiddetta “Grande Cosenza”, la città unica che risulterebbe dalla fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero ipotizzata dalla maggioranza di centrodestra alla Regione.

«La complessità dei processi può rendere meno agevole la gestione»

Nella relazione i giudici contabili fanno esplicito «riferimento» alla fusione che sta coinvolgendo Pescara in Abruzzo ma poi osservano:: «Ipotesi di fusione di Comuni di rilevanti dimensioni sono in discussione anche in Calabria (il riferimento è al progetto di unire Cosenza, Rende e Castrolibero). Tuttavia è da considerare al riguardo che oltre una certa soglia dimensionale la complessità dei processi può rendere meno agevole la gestione, soprattutto se la dimensione non corrisponde a un processo identitario consolidato, ma è dettata da logiche contingenti». In generale secondo la Corte dei Conti «per tali ragioni la fusione di Comuni di dimensioni più ampie va maggiormente ponderata sotto il profilo dell’efficacia e dell’efficienza in quanto deve essere effettivamente dimostrato il vantaggio operativo. La fusione, fino a una certa soglia dimensionale, arreca indiscutibili vantaggi, anche sul piano organizzativo come, ad esempio, seguire meglio l’evoluzione normativa e cogliere le occasioni d’investimento. Una dimensione più consistente – prosegue la magistratura contabile – rende più agevole affrontare le questioni che si pongono nel confronto con le aziende erogatrici di servizi pubblici locali. Per interloquire con questi soggetti (e con le strutture del sistema sanitario, come i distretti, o ancora, con gli ambiti territoriali sociali) è necessario, in ogni caso, sviluppare la gestione associata. Una scala più grande rende possibile governare un contesto più ampio e complesso. Ma queste condizioni sono verificabili fino a un certo livello di crescita. Sotto il profilo economico si realizzano efficaci economie di scala al superamento di una certa soglia (tra i 20 e i 30 mila abitanti, mentre significative diseconomie si rilevano quando si resta sotto i 5.000 per la polverizzazione; infine superando i 60.000 abitanti potrebbero invece ottenersi effetti opposti per l’aumento della complessità».

Il dibattito in Calabria

Queste considerazioni della Corte dei Conti cadono dunque nel bel mezzo del dibattito in corso in Calabria sul progetto di legge per unire Cosenza, Rende e Castrolibero. Progetto di legge anticipato dall’approvazione da parte del Consiglio regionale, dopo un forte pressing della maggioranza di centrodestra, di una norma contenuta nell’ultima Omnibus che rende consultivo il referendum delle comunità interessate all’aggregazione, norma contesta dal centrosinistra che lamenta lo svuotamento della partecipazione dei cittadini a tutto vantaggio della volontà della Regione e dalla parte politica che in quel omento governa la regione. Secondo gli analisti politici, questa norma è servita propria preparare il terreno e a rendere più spedito l’iter per arrivare alla “Grande Cosenza”, che nelle intenzioni della maggioranza dovrebbe concretizzarsi con l’approvazione del testo in autunno (i firmatari sono Caputo, Gentile, De Francesco, Mannarino, Molinaro, Straface, Graziano, Gallo): al momento la proposta di legge è in esame in prima Commissione, teatro di numerose audizioni e di diverse polemiche, anche per la contrarietà di due dei tre sindaci coinvolti (Caruso per Cosenza e Greco per Castrolibero), e per i dubbi legati alla situazione di Rende, il cui Comune di recente è stato sciolto per presunte infiltrazioni ‘ndranghetiste. Ora arriva questo “avvertimento” della Corte dei Conti: chissà se avrà effetto o meno. (a. c.)

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