LONGOBUCCO Ottavio Forciniti muore all’età di 64 anni, era l’ultimo brigante “buono” della Calabria. Un uomo abituato alla vita dura e alla pastorizia che trascorreva la propria esistenza in solitudine volontaria per tutta una serie di esperienze negative che lo costrinsero a ritirarsi in una sorta di eremitaggio. Ottavio badava a 40 vacche di razza pregiata che rappresentavano tutto il suo patrimonio e a cui era legatissimo. La sua lunga giornata di lavoro iniziava all’alba e finiva al tramonto, sia d’estate che d’inverno. Non esisteva neve o caldo asfissiante che potesse fermarlo e delle montagne che circondano Longobucco conosceva qualsiasi anfratto riuscendo a vedere ciò che gli altri ignorano:
«…Sono i dispiaceri che invecchiano non il lavoro – raccontava Ottavio – ero l’ultimo di otto fratelli, da qui il mio nome, e ad appena 5 anni rimasi orfano e cosi cominciò il mio calvario. Ero piccolo ma dovevo fare il lavoro dei grandi, dovevo fare quello che mi dicevano di fare, forse è per questo che il mio carattere divenne rissoso. Così mi misi nei guai. Oggi, non rifarei nulla di ciò che ho fatto allora…».
x
x