CATANZARO Cgil, Cisl e Uil hanno promosso a Catanzaro un sit-in per denunciare la situazione di emergenza in Italia e in Calabria in tema di incidenti sul lavoro. I sindacati hanno elaborato e consegnato al prefetto di Catanzaro un documento nel quale hanno avanzato una serie di richieste al governo e alla Regione Calabria, alla luce delle recenti tragedie che hanno funestato anche il territorio calabrese, come la morte di un giovane operaio in un cantiere sulla Strada Statale “Due Mari” a Lamezia Terme, travolto e ucciso da un’auto in transito mentre segnalava un incidente. Tra le richieste di Cgil, Cisl e Uil, una maggiore prevenzione, un potenziamento dei controlli, un inasprimento delle sanzioni nei confronti delle imprese che non rispettato i protocolli di sicurezza, più assunzioni all’Ispettorato del lavoro e nella medicina territoriale, l’istituzione di una Procura nazionale: a livello regionale i sindacati hanno chiesto l’attivazione di un tavolo aperto alle forze economiche e sociali, all’Inail e a tutte le istituzioni competenti, e l’istituzione di una commissione alla Regione Calabria «perché – è stato detto nel corso del sit-in – ormai gli osservatori non servono più». Alla manifestazione sono intervenuti il segretario generale della Cgil Area Vasta Enzo Scalese, il segretario generale della Cisl Magna Graecia Salvatore Mancuso, il segretario generale della Uil Calabria Santo Biondo. «Esprimiamo vicinanza alle famiglie delle vittime ma – hanno sostenuto i dirigenti sindacali – dobbiamo rimarcare che la solidarietà non basta più. Orami è una strage silenziosa, indegna di un paese civile. In Calabria, come nel resto del Paese, la situazione è diventata inaccettabile e intollerabile. Con questo sit-in vogliamo porre la nostra regione come apripista per un cambio di passo reale sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro».
Il segretario della Cgil Area Vasta Enzo Scalese ha osservato: «Al prefetto consegniamo le nostre riflessioni su un fenomeno che ormai ha raggiunti livelli di drammaticità, una strage silenziosa. In Italia negli ultimi vent’anni hanno perso la vita 26mila lavoratori e vanno applicate norme e regole che esistono. Oggi siamo qui a Catanzaro ma manifestazioni analoghe si svolgono e si terranno in tutt’Italia – il 7 ottobre come Cgil saremo a Roma – per affermare con forza che il triste fenomeno va contrastato con la prevenzione, la formazione e i controlli. Non aiuta poi la liberazione avvenuta nel codice degli appalti, che ha allargato le maglie dei controlli mentre invece i controlli vanno fatti al meglio. Non basta più la solidarietà, dobbiamo mettere in campo le iniziative su quelle tre linee. È una questione di ordine pubblico, finanche. Questo il messaggio che vogliamo far passare alle istituzioni: al governo centrale – ha sostenuto Scalese – chiediamo di mettere in campo tutte le iniziative, come quelle del potenziamento dei controlli, e nell’opinione pubblica deve passare il messaggio che il lavoratore deve essere sicuro di rientrare a casa al termine del lavoro. Queste morti sono intollerabili e dobbiamo contrastarle con la massima determinazione. Le imprese devono fare di tutto e devono essere i qualche modo premiate le più ligie ai doveri normativi attraverso una sorta di patente a punti che abbiamo, tra l’altro, sollecitato». Per il segretario della Cisl Magna Graecia Salvatore Mancuso «il dato nazionale è più che allarmante, più di tre morti al giorno. Purtroppo anche qui la Calabria è in testa alle graduatorie nazionali. Nell’ultima settimana due incidenti mortali a Lamezia Terme. Vogliamo andare otre la solidarietà. Al prefetto chiediamo di aprire un tavolo con tutte le associazioni che sono interessate, per esempio l’Anmil, gli enti come Inail, le imprese, i lavoratori, per fare quanto è necessario. Le priorità – ha rimarcato Mancuso – sono aumentare i controlli, la formazione e la formazione. Spesso sono le aziende più piccole ad avere atteggiamenti di trascuratezza sulle norme, anche gli stessi lavoratori sottovalutano talvolta i rischi. Dobbiamo aiutare imprese e lavoratori perché il fenomeno si riduca. Urge un lavoro di squadra, c’è tanto da lavorare per raggiungere l’obiettivo zero morti sul lavoro». Infine, il segretario generale della Uil Calabria Santo Biondo ha osservato: «La Calabria non è ultima a nessuno, anche sul piano della rivendicazione sociale e dei diritti. L’unità dei sindacati oggi a Catanzaro vuole porre al centro del dibattito nazionale e regionale il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Tante morti: è finito il tempo della grande discussione, bisogna agire. Il governo nazionale deve fare cose molto chiare: più sanzioni, più ispezioni, assunzioni all’’Ispettorato del lavoro e alla medicina territoriale, una Procura nazionale perché spesso le vittime e le loro famiglie non sono nemmeno tutelate dalla giustizia. Ma c’è anche una parte che deve fare il governo regionale: alla Giunta e al Consiglio regionale chiediamo di istituire una commissione regionale sulla sicurezza sul lavoro e sull’emersione del lavoro nero. Non è una questione di pennacchio, serve un organismo che abbia uomini, mezzi, strutture, nel quale ci sia la presenza delle parti sociali, dell’Ispettorato, dell’Asp e anche tecnici che possono aiutare a dire al Consiglio regionale come legiferare in questa materia. E’ inaccettabile e intollerabile che anche le risorse dei fondi europei vadano destinate a quelle imprese che non fanno sicurezza sul lavoro e non applicano i contratti nazionali. E’ ora – ha concluso Biondo – che la politica e le istituzioni affrontino la questione delle morti e degli incidenti sul lavoro: tante morti, tanti omicidi, tanti infortuni. La Calabria faccia da apripista anche questo in campo mettendo in campo in modo trasversale una commissione regionale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, gli osservatori non bastano più».
Una delle soluzioni concrete individuate al termine dell’incontro con il prefetto di Catanzaro, Enrico Ricci, sollecitato da Area Vasta Cgil Catanzaro-Crotone-Vibo, Cisl Magna Graecia e Uil Catanzaro-Vibo è quella di attivare un tavolo permanente con parti datoriali, la Regione, l’Inail, l’Asp, Ispettorato del lavoro e l’Inps. Lo riferisce una nota diffusa al termine del sit-in odierno a Catanzaro, sit-in che ha visto anche la presenza del segretario regionale della Cgil, Angelo Sposato, del consigliere regionale Raffaele Mammoliti in rappresentanza di una delegazione del Pd, del sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, delvicesindaco Giusy Iemma e del presidente del consiglio comunale del Capoluogo, Gianmichele Bosco. (c. a.)
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