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dopo la sentenza

La “rinascita” di Lucano. «Tornare in politica? Ci sto pensando»

L’ex sindaco al governo: «Ci sono due modelli: la mia Riace e la loro Cutro». La “scomparsa” di Salvini (incalzato da Calenda)

Pubblicato il: 12/10/2023 – 18:21
La “rinascita” di Lucano. «Tornare in politica? Ci sto pensando»

REGGIO CALABRIA È sempre stato così con Mimmo Lucano e le sue traversie giudiziarie. C’è un aspetto personale, privato, che si fonde con quello politico. Perché politico è il messaggio del modello Riace. Altro è la politica dei partiti, che tiravano per la giacchetta l’ex sindaco prima nei giorni dell’inchiesta, poi a seguito della condanna monstre a 13 anni in primo grado e, infine, nelle ore successive alla sentenza d’Appello che ha riscritto una storia. Lucano che per un pezzo di centrodestra era la personificazione dell’immigrazione criminale è stato condannato a un anno e sei mesi, con pena sospesa, per una residua ipotesi di falso su una delibera del 2017.

«Adesso si apre una fase nuova»

Ci sono poi le storie che si riaprono o potrebbero riaprirsi. Anch’esse politiche. C’è Lucano che si sente «rinascere. È stata dura – dice –, è stata lunga: i domiciliari, le misure cautelari che mi hanno tenuto lontano da Riace, poi la sentenza di primo grado, il fango. Ma adesso è come se tutto fosse sparito, in questo momento non pesa più». Ora che «la verità è venuta a galla», quel sospetto e «l’idea che è stata instillata che avessi fatto tutto per un tornaconto personale» non pesano più.
L’accusa più dura da digerire è sempre stata la contestazione di associazione per delinquere. «È quanto di più lontano da quello che il villaggio globale, la comunità che qui avevamo costruito, rappresenta. Noi abbiamo sempre lottato per la fratellanza, perché tutti avessero un’opportunità, questa è l’antitesi alle associazioni criminali, che qui significano mafia. E noi l’abbiamo sempre combattuta. I miei primi passi in politica sono stati proprio contro la mafia». 
Il futuro è (per ora) un punto interrogativo. Lo è anche il ritorno in politica: «È presto, la sentenza è appena arrivata, solo adesso inizio a realizzare, ma ci sto pensando. Sicuramente adesso si apre una fase nuova, di rinascita e di speranza». 

Le “pulci” a Riace e la delegazione libica a Roma

C’è ancora il retrogusto amaro per la demolizione di un modello (vivo a Riace ma non soltanto a Riace) a cui i governi hanno preferito gli accordi con la Libia, la lotta contro ong, il decreto Cutro. Ieri, dopo la sentenza, il giornalista Nello Scavo ha ricordato su Twitter (che ora si chiama X) fatti, ruoli e circostanze dei giorni dell’inchiesta. Uno in particolare: «Nel maggio 2017 (ma riusciremo a documentarlo nel 2019) quando al Viminale fanno le pulci a Lucano, arriva la famigerata delegazione libica per negoziare con Roma. Il resto non è più solo cronaca, è storia. Ma altre pagine dovranno ancora essere scritte». Passaggio significativo, scelta politica che ancora si riverbera sui flussi migratori e sulle vite di chi fugge in cerca di riscatto.

Il commento (che non c’è) di Salvini. Calenda: «Dov’è il garantismo?»

Modelli, appunto. «Hanno tentato di cancellare la storia di Riace – dice Lucano a Francesco Merlo su Repubblica –, di farla scomparire dentro la sua geografia, in fondo alla montagna calabrese. L’avevo detto che sarebbe successo il contrario. Ora tutti capiscono che Riace non è mai stata così viva. E la Calabria offre all’Italia due modelli: la mia Riace e la loro Cutro». “Loro”: il governo arrivato in provincia di Crotone dopo la tragedia del febbraio 2023 per riscrivere le regole sull’accoglienza. A Salvini si rivolge ancora Lucano: «So che è uno che guarda il calcio. E a lui che ha usato la mia condanna per criminalizzare l’accoglienza direi che i risultati si commentano a fine partita». Il ministro delle Infrastrutture non commenta la sentenza d’Appello. Carlo Calenda, leader di Azione, prende nota e rilancia: «Vorrei solo comprendere su quali basi quando assolvono te o la Lega è un atto di giustizia e quando assolvono un altro occorre indignarsi. Mai avuto nulla a che fare con Lucano, ma sono felice per la sua assoluzione. Credo che questo post (il commento di Salvini alla condanna in primo grado, ndr) definisca la tua cifra. Non esistono valori – garantismo ad esempio – a cui ispirarsi, ma solo occasioni di marketing politico». Sempre lì si torna. Alla politica: ideale o marketing. Anche questo dipende dal modello a cui ci si ispira. (ppp)

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