CORIGLIANO ROSSANO L’anonima incendi torna a colpire in un territorio presidiato dalle forze dell’ordine. Stanotte un’auto è stata data alle fiamme nel cuore del borgo di Schiavonea. Si tratta della vettura di Ida Gattuso, già consigliera comunale dell’estinto comune di Corigliano calabro e sorella del campione del mondo Rino. È la seconda volta in poco meno di due mesi che la donna subisce lo stesso atto incendiario. Nelle settimane scorse le era stata distrutta già un’auto (leggi qui) e stanotte anche l’altra, un Suv parcheggiato proprio nei pressi della sua abitazione.
Sul posto hanno operato i vigili del fuoco del distaccamento di Rossano e i carabinieri del reparto territoriale di Corigliano-Rossano, diretto dal colonnello Gianmarco Filippi.
È il primo evento che si registra in città dopo il comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica riunitosi a Cosenza il 15 novembre scorso proprio per trovare una soluzione drastica contro l’escalation di intimidazioni e violenze sul territorio della Sibaritide.
Anche in questo caso ritornano utili le parole del Procuratore della Repubblica, Alessandro D’Alessio, che proprio dai microfoni dell’Eco in Diretta, nei giorni scorsi, ha lanciato un forte appello alla popolazione alla collaborazione e alla consapevolezza.
«La nostra comunità non ne può più di rassicurazioni, di interventi spot, della totale disconoscenza e sottovalutazione del nostro territorio da parte delle autorità centrali. Ora basta – ha dichiarato il sindaco Flavio Stasi –. Nell’esprimere nuovamente la solidarietà personale e dell’intera città ad Ida e a tutta la famiglia Gattuso, vittima di un nuovo attentato incendiario, voglio sottolineare ancora una volta l’assurdità di questa situazione paradossale nella quale una città operosa, importante, con un tessuto produttivo e sociale tra i più vivi della Calabria si trova sistematicamente vittima di questi attentanti vigliacchi e balordi senza che lo Stato si interroghi veramente sul da farsi. Il perché é semplice: non sanno nulla del territorio né chi è deputato a rappresentarci riesce a farlo capire. Non sapevano nulla della follia che stavano realizzando chiudendo il tribunale dieci anni fa e continuano a non sapere nulla lasciando Polizia, Carabinieri e tutte le Forze dell’Ordine come se fossimo un paesino». «Ma che cosa si aspetta a riattivare il Tribunale? Ma si è capito che serve la Procura dentro la città, a diretto e stretto contatto con le Forze dell’Ordine? Ma che cosa si aspetta per innalzare il commissariato a distretto e rafforzare le Forze dell’Ordine? Quante altre macchine devono essere incendiate? Quanti altri piccoli e grandi episodi di insicurezza devono registrarsi? – conclude il primo cittadino – Ida, che ha svolto con dignità e passione un ruolo pubblico, perdonerà il mio sfogo in occasione del secondo episodio che la vede vittima, ma davvero ora ci siamo stancati. Pretendiamo interventi strutturali per garantire la serenità della nostra comunità, pretendiamo i servizi dignitosi che sarebbero garantiti ad una città come la nostra in qualsiasi parte del mondo».
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