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‘Ndrangheta, “Maestrale”: ammesse le parti civili. Ci sono la famiglia Chindamo e l’imprenditore De Nisi

Nuova udienza del maxi processo contro le ‘ndrine vibonesi. In 36 hanno optato, finora, per il rito abbreviato – I NOMI

Pubblicato il: 15/12/2023 – 13:19
di Giorgio Curcio
‘Ndrangheta, “Maestrale”: ammesse le parti civili. Ci sono la famiglia Chindamo e l’imprenditore De Nisi

LAMEZIA TERME Nuova udienza, questa mattina, in aula bunker a Lamezia Terme davanti al gup distrettuale per la fase preliminare del processo “Maestrale”, nato dalla fusione di tre inchieste condotte dalla Dda di Catanzaro, Olimpo, Imperium e Maestrale-Carthago. Giornata importante perché i giudici hanno sciolto la riserva sulle istanze di parte civile presentante nella scorsa udienza, accogliendole tutte. Nulla la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Francesco La Rosa, con conseguente restituzione degli atti al pm. Prossima udienza già fissata per il 18 dicembre 2023.

Le parti civili ammesse:

Nello specifico: la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il ministero dell’Interno, della Giustizia, delle Infrastrutture, della Salute. E poi la Prefettura di Vibo, la Prefettura di Reggio Calabria, la Regione Calabria, la Provincia di Vibo, l’Asp di Vibo Valentia e numerosi comuni tra cui: Vibo Valentia, Ionadi, Briatico, Tropea, Catanzaro, Cessaniti, Filandari, Sant’Onofrio, Filogaso, Parghelia, Drapia, Limbadi, Maierato, Mileto; Spilinga, Ricadi, Pizzo, Nicotera, Marcellinara, Sorianello, San Calogero, San Costantino, San Gregorio d’Ippona, Soriano Calabro, Zungri, Stefanaconi e Cittanova. Figurano poi le Camere di Commercio di Vibo, Catania, Milano, l’Agenzia delle Entrate e l’Inps. Accolta, poi, l’istanza della “T T Hotels”, società che gestisce il “Tui Magic Life” di Pizzo, coinvolta nell’inchiesta “Olimpo” e Domenico De Lorenzo (rappresentato dall’avvocato Maria Mele del fori di Lamezia Terme).

De Nisi e la famiglia Chindamo

Tra le parti civili ammesse c’è anche Francesco De Nisi, inclusa anche la sua società. L’imprenditore e politico, (difeso dall’avvocato Franco Giampà del Foro di Lamezia Terme), eletto recentemente segretario regionale di “Azione”, da mesi sta portando avanti una battaglia per ottenere dal Prefetto e dal ministero dell’Interno «tutela e vigilanza» dopo l’assunzione «di atti amministrativi concreti volti a opporsi e a contrastare le attività sul territorio delle organizzazioni criminali». Tra le parti civili ammesse anche la famiglia Chindamo, il fratello Vincenzo e i figli Federico e Vincenzino Puntoriero. E poi i due medici Francesco Tiburzio Massara e Francesco Talarico (assistiti dell’avvocato Michele Gigliotti). I due, infatti, sarebbero stati minacciati con una pistola dall’ex manager dell’Asp di Vibo Valentia Cesare Pasqua.

Il rito abbreviato

Tra i 285 indagati, al momento in 36 hanno optato per il rito abbreviato, ma bisognerà attendere l’udienza del prossimo 18 dicembre al termine della discussione dei pm della Dda di Catanzaro:

  1. Accorinti Antonio detto “Fraguleja”
  2. Artusa Luciano Marino detto “u pacciu”
  3. Ascone Concetta
  4. Ascone Rocco
  5. Barbieri Onofrio (collaboratore di giustizia)
  6. Benincasa Sabrina
  7. Bevilacqua Domenico
  8. Fiumara Claudio
  9. Galati Ottavio
  10. Galati Salvatore detto “Turi”
  11. Grasso Antonio Leone, detto “Antonello”
  12. Grasso Biagio
  13. Guerino Gianluca
  14. Guerino Massimo
  15. Izzo Giovanni
  16. La Monica Fernando
  17. Mancuso Francesco, alias “Bandera”
  18. Mangone Giuseppe
  19. Mc Manus William
  20. Megna Assunto Natale
  21. Megna Giuseppe Daniele
  22. Melluso Sandro
  23. Nicolae Laurentiu Gheorghe
  24. Orecchio Francesco
  25. Preiti Giuseppe, detto “Pino”
  26. Preiti Nicola, detto “Cola”
  27. Prenesti Antonio, detto “Totò” alias Yo yo
  28. Prostamo Francesco, alias “U Zorru”
  29. Prostamo Francesco
  30. Prostamo Giuseppe
  31. Prostamo Nazzareno
  32. Rombolà Francesco
  33. Surace Davide
  34. Tritto Rocco Angelo
  35. Valentini Vincenzo
  36. Vatano Daniele, alias “U Cicù”

La genesi dell’inchiesta

Nell’operazione “Olimpo”, in particolare, gli inquirenti avevano fatto luce sui presunti interessi della ‘ndrangheta del Vibonese nel settore del turismo, con l’arresto di 56 persone e 78 indagati in tutto. Un controllo totale del territorio che si sarebbe realizzato anche grazie alle connivenze dei cosiddetti colletti bianchi. Con l’operazione “Maestrale-Carthago”, invece, la Distrettuale antimafia di Catanzaro aveva ricostruito le aree geografiche di interesse delle ‘ndrine sul territorio vibonese, e in particolare nei Comuni di Mileto, Filandari, Zungri, Briatico e Cessaniti. Erano in tutto 167 le persone indagate. Grazie all’inchiesta “Imperium”, infine, aveva permesso agli inquirenti di far luce sulle ingerenze dei clan vibonesi, e soprattutto il clan Mancuso, nel settore del turismo con particolare riferimento alle strutture alberghiere presenti sulla Costa degli Dei. Centrale in questa inchiesta la struttura del “Sayonara” di Nicotera Marina, teatro di alcuni incontri tra le cosche calabresi e quelle siciliane di Cosa Nostra. (g.curcio@corrierecal.it)

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