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l’intervista

Gianluigi Greco: «Intelligenza artificiale, un quadro di luci e ombre»

L’analisi del coordinatore della task force voluta dal sottosegretario all’Innovazione. «Il vero problema è il trasferimento sul territori»

Pubblicato il: 25/12/2023 – 17:00
di Fabio Benincasa
Gianluigi Greco: «Intelligenza artificiale, un quadro di luci e ombre»

COSENZA Da qualche mese è fra gli esperti del Comitato Coordinamento, voluto dal sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, che nei mesi scorsi ha firmato il decreto di nomina dei componenti, operativo fino alla fine di gennaio 2024.
Il professore Gianluigi Greco, direttore del dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università della Calabria, presiede il pool di esperti che accompagna il Governo nella definizione di una strategia nazionale sull’intelligenza artificiale. In particolare, il professore calabrese, presidente di AixIA, l’associazione italiana per l’intelligenza artificiale, svolge le funzioni di coordinatore. Con all’attivo oltre 200 pubblicazioni scientifiche sul tema legato all’Intelligenza Artificiale, Greco ha ricevuto i più importanti premi e riconoscimenti scientifici nel settore.

L’AI è tema centrale del G7 a guida italiana

«E’ un incarico molto faticoso quello assunto, abbiamo da aggiornare le linee strategiche italiane sull’intelligenza artificiale, ma è anche un incarico che stiamo affrontando con grande passione, con grande entusiasmo, perché da queste linee strategiche dipenderà anche molto della capacità di essere competitivi per il nostro territorio e per la nostra Italia».

L’Italia ha fatto passi in avanti sull’utilizzo dell’Ai?

«E’ un quadro che sta emergendo fatto di luci e ombre. Abbiamo certamente un tessuto accademico, un tessuto della ricerca veramente all’avanguardia a livello internazionale. Siamo tra le prime dieci nazioni, qualunque sia la tipologia di parametro che andiamo a considerare, dalle pubblicazioni all’impatto della ricerca. E anche le università sono veramente attrezzate su questo fronte».

Cosa manca?

«Il vero problema, in realtà, è il trasferimento sul territorio. Le aziende sono ancora molto indietro sotto questo punto di vista, non riescono a sfruttare in toto le potenzialità dell’intelligenza artificiale. Ecco, questa strategia e i nostri sforzi devono essere rivolti sul mettere a terra – come si dice – questa grande potenzialità per realizzare qualcosa di buono per le imprese e per i cittadini».

Ai, opportunità o pericolo?

«Guardi, certamente i pericoli ci sono però come cittadini europei ci sentiamo da alcuni giorni più sicuri, più rasserenati dalla possibilità di sapere che tra qualche tempo entreranno in vigore delle leggi chiare, precise, che consentiranno di definire cosa può essere fatto con l’intelligenza artificiale e cosa no. È importante sottolineare che queste leggi non regolamentano la tecnologia e quindi l’intelligenza artificiale, ma le applicazioni. E saranno utili nell’operare una distinzione tra le app nocive e quelle che invece possono aiutare concretamente e garantire dei miglioramenti». (f.benincasa@corrierecal.it)

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