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Capalbo: «L’abbandono di Tinto pone una questione etica nel Pd»

Il Dirigente regionale del Partito Democratico: «L’ambizione personale non può essere anteposta a un progetto politico condiviso»

Pubblicato il: 30/12/2023 – 16:08
Capalbo: «L’abbandono di Tinto pone una questione etica nel Pd»

COSENZA «Con amarezza apprendo che il Consigliere comunale della Città di Cosenza, Gianfranco Tinto, ha lasciato il Gruppo consiliare del Partito Democratico con cui è stato eletto nell’assise del Comune di Cosenza». Lo afferma il sindaco di Acri e Dirigente regionale del Pd, Pino Capalbo. «La motivazione di questa decisione – aggiunge – sarebbe la sua mancata elezione alla Provincia. In altri termini, pare che lamenti che la mia elezione avrebbe impedito il suo ingresso nel Consiglio provinciale. La lista “Provincia Democratica” è stata intesa da qualcuno come se dovesse essere un derby tra Cosenza (con 4 candidati) e Corigliano Rossano (con 2 candidati) e non lo schieramento di una rappresentanza plurale che consentisse una leale e trasparente competizione tra sindaci e consiglieri espressione di diversi comuni del territorio provinciale. A chi l’ha vissuta così sfugge, pertanto, il valore politico ed elettorale del fatto che il sottoscritto ha totalizzato ben 49 voti di amministratori. Un consenso diffuso che dovrebbe essere valorizzato sia dai componenti della lista che dall’ intero gruppo dirigente del partito. La politica è condivisione di ideali e si combatte per quello in cui si crede, non è una partita di calcio tra adolescenti che quando perdono si portano il pallone a casa».

«Il Pd non è un taxi»

«In politica – continua Capalbo – è sacrosanta l’ambizione personale, ci mancherebbe, ma non può però essere anteposta ad un progetto politico condiviso come quello che da tempo il PD sta cercando di costruire. Questo tipo di atteggiamento non fa bene al Partito perché ne mina le basi, facendo perdere allo stesso credibilità non solo verso gli elettori, ma anche verso gli iscritti. È ancora più preoccupante quando a smentire questo basilare convincimento sono proprio coloro che predicano il rinnovamento , creando così un danno ancora maggiore alla credibilità del PD come forza progressista e riformatrice. Anche per questo, prima ancora che una questione politica la scelta di Gianfranco Tinto pone una questione etica e cioè quella di voler intendere il partito come se fosse un taxi su cui salire e scendere sulla base delle convenienze personali o sulla base del posizionamento di potere. Nel caso di Tinto – conclude – sarebbe, pertanto, auspicabile che almeno si possa levare una voce che possa differenziarsi e dichiarare che la sua scelta non è condivisa da quanti hanno inteso esprimere il loro voto e sostegno alla stessa sua candidatura».

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