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In Calabria crescono le aziende agrituristiche a guida femminile

È quanto viene rivelato dai dati Istat. L’età media dei conduttori è di poco inferiore a 50 anni

Pubblicato il: 08/01/2024 – 13:56
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In Calabria crescono le aziende agrituristiche a guida femminile

ROMA Le donne alla guida delle aziende agrituristiche, rileva l’Istat, sono oltre 8.800 (34,1%) e sono in leggero aumento rispetto allo scorso anno (+0,7%). È quanto viene rivelato dai dati Istat. La quota maggiore di conduttrici è al Sud (46,6%) con valori che sfiorano il 50% in Basilicata, in Campania (48%) e Calabria (47%). Nel Centro sono il 36%, con il Lazio e l’Umbria entrambi al 45% e, a livelli più contenuti, e la Toscana al 31%. Pressoché simile la quota di conduttrici nelle Isole (36%) e nel Nord-ovest (36%), dove primeggia la Liguria con il 50% di aziende guidate da donne. L’indice di prevalenza di genere (aziende con conduttore/aziende con conduttrice) segnala una maggiore propensione all’imprenditoria femminile in Basilicata (100 maschi ogni 96 donne), Liguria (105 maschi ogni 100 donne), Campania (110 maschi ogni 100 donne). Mentre è decisamente bassa nel Trentino-Alto Adige/Südtirol (6 maschi ogni donna), Piemonte (4 maschi ogni donna) e Friuli-Venezia Giulia (tre maschi ogni donna). 
L’età media dei conduttori è di poco inferiore a 50 anni (era di 55,6 anni nel 2004) ed è pressoché uguale per gli uomini e le donne. Il periodo 2004-2022 è connotato da una progressiva riduzione dell’età media del conduttore che sembrerebbe confermare la crescente attrattività di questo settore nei riguardi di soggetti più giovani.
I conduttori con meno di 40 anni sono il 34% (erano appena il 4,1% nel 2004), quelli tra 40 e 50 anni sono il 20% (erano il 3,5% nel 2004), quelli tra 51 e 64 anni sono il 40,2% (erano il 17,2% nel 2004) e infine, dato molto significativo, la contrazione dei gestori con più di 64 anni, che passa dal 78,7% del 2004 al 25,8%.
Rispetto alle macroaree geografiche, la percentuale più alta di conduttori con più di 64anni è nel Centro (34,1%), quella dei conduttori tra 51 e 61 anni nel Nord-ovest (44,65), mentre sono nel Nord-est le aziende gestite da imprenditori con meno di 40 anni (23,1%).

Comuni-Polo dell’agriturismo regionale

Nel 2022, nei 20 Comuni individuati, uno per ciascuna Regione, si localizza il 4,3% delle aziende agrituristiche (negli stessi Comuni le aziende agricole sono il 2,3%). Rispetto al totale delle aziende agrituristiche presenti in ciascuna Regione, l’indice di dotazione strutturale varia tra il 14,3% di Noto (Sicilia) il 7% di Larino (Molise) e Otranto (Puglia) e l’1,6% e l’1,4% rispettivamente di Asti (Piemonte) e Monzambano (Lombardia). L’incidenza delle aziende agrituristiche sul totale delle aziende agricole (specializzazione), sempre nei venti Comuni, è pari al 5,3% e varia tra il 11% di Castelrotto (Provincia autonoma di Bolzano/Bozen) e di Grosseto (Toscana), il 5,4% e il 5,2% di Imperia e Perugia e lo 0,6% di Corigliano-Rossano (Calabria) e di Otranto (Puglia). La copertura territoriale della rete delle aziende agrituristiche, nei 20 Comuni “polo” è di 5,3 strutture ogni 100 km2 e si caratterizza per l’elevata variabilità che va da 124 aziende per 100 km2 di Castelrotto, a 86 di Otranto, a 80 di Monzambano (Lombardia) per scendere al 5,2 di Ravenna e al 3,3 di Matera. In questi 20 Comuni, sempre nel 2022, gli agrituristi rappresentano il 4,4% del totale degli agrituristi-Italia. Rispetto al totale degli agrituristi che arrivano in ciascuna Regione, il livello di attrattività più significativo è quello di Matera (33,3%), seguito a lunga distanza da Alghero (14%), Otranto (9,4%), Aosta (9%), Roseto degli Abruzzi (9%) e Corigliano-Rossano (8,7%)

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