REGGIO CALABRIA Si sono finti postini per truffare una 88enne ma sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Reggio Calabria che era sulle tracce di due soggetti ritenuti responsabili di un episodio analogo. I due, Claudio Maddaloni, di 29 anni, e Salvatore Presutti, di 25, entrambi di Napoli, sono accusati di truffa e furto in abitazione e con strappo. La donna è stata contattata da un soggetto che si era spacciato per un nipote, di nome Guido, che le aveva chiesto di ritirare un pacco nell’ufficio postale di via Venezia, nel centro cittadino. La giacenza è stata comunicata con una seconda telefonata fatta l’8 gennaio da un complice degli arrestati che, al figlio dell’anziana, si è presentato come il direttore dell’ufficio postale. Approfittando dell’assenza del figlio della donna, andato in via Venezia per verificare la strana richiesta, Maddaloni, secondo l’accusa, si è presentato a casa dell’anziana mentre Presutti lo aspettava in auto. Spacciandosi per il postino, il giovane ha chiesto il pagamento di 5.500 per ricevere il pacco. Non avendo la somma in contanti, prima di allontanarsi frettolosamente, Maddaloni si è fatto consegnare monili d’oro riuscendo anche a sfilare anche anelli che la donna indossava. Saliti in auto, i due sono stati fermati quasi in tempo reale dai poliziotti. Erano a bordo di una Fiat Tipo per la quale c’era una segnalazione e una denuncia per un fatto analogo avvenuto il 5 gennaio ai danni di un’altra anziana. Maddaloni ha consegnato spontaneamente i gioielli appena rubati e ha subito confessato di aver raggirato l’88enne insieme a Presutti. L’arrestato ha detto di aver ricevuto l’incarico da una persona che aveva incontrato il giorno prima a Piazza mercato a Napoli. Quest’ultimo, di cui non ha fornito il nome, gli avrebbe dato anche altri indirizzi di potenziali vittime. Una lista di anziani che gli agenti della Squadra mobile guidati da Alfonso Iadevaia, hanno trovato sul telefono di Maddaloni che, secondo gli inquirenti, non ha raccontato tutta la verità. A partire dai complici, tra cui vi sarebbe un basista a Reggio Calabria. Su richiesta della Procura diretta da Giovanni Bombardieri, il gip ha convalidato gli arresti e disposto la detenzione in carcere.
«Uno schema collaudato e già sperimentato». Così il Gip di Reggio Calabria Antonino Foti descrive il modus operandi delle truffe ai danni di anziani, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di due soggetti arrestati dalla Squadra mobile che hanno rubato monili d’oro ad una 88enne. Secondo il giudice, infatti, gli indagati Claudio Maddaloni e Salvatore Presutti, che si sono spacciati per postini che dovevano consegnare un pacco per un finto nipote della vittima, «hanno dimostrato di essere pienamente attivi nel settore dei reati predatori e con modalità che appaiono professionali e non sporadiche. Appare accertato anche il piano preordinato per il compimento di ulteriori furti o truffe, dimostrative come gli stessi indagati non abbiano commesso la condotta in modo occasionale o d’impeto, ma che lo abbiano fatto perché su direttive di soggetti non identificati ancora». I dettagli degli arresti sono stati illustrati stamattina in questura, nel corso di una conferenza stampa tenuta dalla vicedirigente delle Volanti Francesca Ambrogio e dal dirigente della sezione Reati contro il patrimonio della squadra mobile Paola Valeriani. Quest’ultima ha spiegato che «quella delle truffe agli anziani è un’emergenza attuale soprattutto nel territorio reggino». «I due arresti – ha affermato la funzionaria della Mobile – rappresentano un episodio di un’attività ben più ampia. Non esiste un’unica batteria di truffatori. Sicuramente ci sono più organizzazioni criminali che hanno base organizzativa in Campania e che operano sul territorio nazionale. Nel reggino una delle modalità di azione di questi soggetti è principalmente la truffa del finto incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto un parente della persona anziana che riceve la telefonata nella quale gli viene chiesto del denaro che deve essere consegnato a un soggetto il quale, subito dopo, si presenta nell’abitazione della vittima. Laddove quest’ultima non è in grado di fornire il denaro, le viene chiesto di dare quanto in suo possesso». Illustrando un vademecum per evitare le truffe Francesca Ambrogio ha messo in guardia gli anziani per i quali «il suggerimento fondamentale è quello di evitare di aprire la porta a persone sconosciute, anche qualora si dovessero qualificare come ipotetici tecnici dell’Enel o come funzionari Inps. Non aprite la porta a persone che non conoscete e per qualsiasi dubbio chiamate il 112, il 113 o un familiare perché è veramente improbabili che tecnici o funzionari dell’Inps si presentino dal nulla e chiedano denaro o monili e preziosi. Questi sono segnali che fanno capire che c’è qualcosa che non va».
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