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Pediatria dell’Università di Catanzaro, Carbone: «Massima disponibilità a risolvere ogni problema»

La commissaria interviene sulla mancata assegnazione dei posti di degenza ordinaria, chiesta dal sindacato dei pediatri

Pubblicato il: 02/02/2024 – 6:36
di Emiliano Morrone
Pediatria dell’Università di Catanzaro, Carbone: «Massima disponibilità a risolvere ogni problema»

La Fimp Calabria ha sollevato in via ufficiale il problema della «mancata assegnazione dei posti di degenza ordinaria alla clinica pediatrica» del policlinico universitario di Catanzaro. Il sindacato dei pediatri ha dunque chiesto «con urgenza» l’intervento della Struttura commissariale di governo della Sanità regionale, del collegato dipartimento Tutela della salute e dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Renato Dulbecco”, «ciascuno per quanto di sua competenza». La criticità va risolta in tempi brevi, ha avvertito la rappresentanza calabrese della Federazione italiana medici pediatri: sia per «non perdere l’accreditamento della scuola di specializzazione» in Pediatria dell’Università di Catanzaro, «che in queste condizioni diventa quasi inevitabile, sia per costruire un polo assistenziale di terzo livello, utile anche a limitare la migrazione sanitaria verso le altre regioni».

«Situazione di stallo, ora l’attività è limitata al day hospital»

Con decreto del ministero dell’Università e della Ricerca, «due anni fa è stata riaccreditata la scuola di specializzazione in Pediatria presso la clinica pediatrica della facoltà di Medicina di Catanzaro», ha ricostruito la Fimp Calabria. Nell’ultimo anno accademico, i posti della scuola di specializzazione in Pediatria sono stati aumentati a 13. Ora la clinica pediatrica è collocata nel campus di Germaneto (Catanzaro), accanto alle altre cliniche universitarie, ma non ha ancora posti letto di degenza ordinaria, «dopo quasi quarant’anni – ha osservato il sindacato dei pediatri calabresi – dall’istituzione dell’Università Magna Grecia». «Nonostante i ripetuti tentativi di richiamare l’attenzione dei decisori istituzionali su questa situazione, ci si trova – ha scritto la Fimp Calabria – in una fase di stallo in quanto, a causa delle varie problematiche burocratiche che si intrecciano, l’unica attività assistenziale che può essere normalmente espletata presso la clinica pediatrica di Catanzaro è quella ambulatoriale, mentre anche i ricoveri ospedalieri in regime di day hospital, che pure potrebbero essere effettuati, ci risulta che in atto siano fortemente limitati per la mancanza di personale infermieristico».

Una vecchia questione

È datato il riferito problema dei posti di ricovero. Infatti, nel decreto commissariale numero 64 del 2016 – il primo di modifica della rete ospedaliera calabrese secondo gli standard fissati dal ministero della Salute –, la Pediatria dell’Università di Catanzaro non ebbe in dotazione alcun posto letto, tanto per la degenza ordinaria quanto per il day hospital. La nuova programmazione della Struttura commissariale, risalente allo scorso luglio, ha previsto per il policlinico universitario di Catanzaro una Terapia intensiva pediatrica con quattro posti letto e una Neuropsichiatria infantile con 12 posti letto. Al momento, per quanto riguarda la Pediatria, sono 15 i posti letto ordinari attribuiti alla neonata Azienda ospedaliero-universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro: 13 per lo stabilimento ospedaliero del “Pugliese” e due per quello del policlinico universitario “Mater Domini”. I posti letto per il day hospital sono invece dieci: tre assegnati al “Pugliese” e sette al “Mater Domini”.

Futuro incerto e dati drammatici

A parere della Fimp Calabria, si rischia, se non verranno attribuiti i necessari posti di degenza ordinaria alla clinica pediatrica dell’Università di Catanzaro, di «compromettere irrimediabilmente le prospettive future delle stessa» e, «più in generale, anche dell’assistenza specialistica ai minori residenti» nella regione. La Calabria ha un indice di migrazione sanitaria pediatrica sopra il 20 per cento, secondo quanto riportato in un articolo – pubblicato nel giugno 2021 sulla rivista “Italian Journal of Pediatrics” – a firma di Mario De Curtis, all’epoca professore ordinario di Pediatria nell’Università La Sapienza. Significa che un bambino su cinque viene curato fuori regione. Inoltre, la Calabria è la regione italiana con il più alto tasso di mortalità infantile, pari a 4,42 su 1000 nati, si legge nella XIII edizione di “Come Stai?”, l’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, a cura dell’organizzazione “Save the Children”.

Attività e numeri della Pediatria universitaria di Catanzaro

Gli specializzandi in Pediatria dell’Università di Catanzaro e i genitori di bambini affetti da patologie croniche sono preoccupati per la mancanza di posti letto nella clinica pediatrica dell’ateneo: i primi per il loro percorso di studi, gli altri per l’assistenza sanitaria dei figli. «È una battaglia che conduciamo da tempo», racconta la professoressa Daniela Concolino, che parla in qualità di presidente, per la Calabria, della Società italiana di pediatria e dirige l’Unità pediatrica del policlinico dell’ateneo di Catanzaro e la relativa scuola di specializzazione. «La Pediatria in argomento – spiega Concolino – si occupa di patologie croniche complesse, tra cui malattie metaboliche e rare, ha un direttore universitario ed è sede della scuola di specializzazione. Il carico di lavoro è aumentato, dunque non è più possibile dare risposte, senza posti letto. Se un bambino ha necessità di essere ricoverato, il personale ha le mani bloccate. Con il day hospital non si può fare molto. Eppure, abbiamo avuto numeri enormi nel 2023: 1.979 ricoveri in day hospital e 3.795 prestazioni ambulatoriali per malattie croniche».

Le rassicurazioni della commissaria della “Dulbecco”

«Non posso asserire – ci dice Simona Carbone, commissario dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Renato Dulbecco” – che non ho i posti di Pediatria, perché questo non è vero. Il tema reale è che la Pediatria universitaria di Catanzaro ha solo dei posti di day hospital e non ha posti di ricovero ordinario. Ai fini della scuola di specializzazione, servirebbero i volumi assistenziali per poterla mantenere». «Allora – precisa la commissaria Carbone – esistono due strade. Una è quella di chiedere un incremento di posti letto alla Regione, che evidentemente i pediatri universitari avevano già chiesto e che non è stato accordato per un ragionamento logico, nel senso che i posti letto aziendali li abbiamo e ci si può integrare, come è stato già fatto, nell’ambito della rete formativa; specie adesso che siamo Azienda unica. L’altra strada, che ho già proposto alla direttrice Concolino, persona con la quale mi confronto spesso, è che nella definizione dell’Atto aziendale posso invertire il numero di posti letto per il day hospital e quello dei posti di ricovero ordinari, quindi prevedendone sette per la degenza e due per il day hospital, fermo restando il numero massimo dei posti letto assegnati dalla programmazione regionale. Garantisco la massima disponibilità a risolvere ogni problema, come mia abitudine».

Gli standard strutturali previsti dal regolamento interministeriale

Il decreto interministeriale del 13 giugno 2017, «recante gli standard, i requisiti e gli indicatori di attività formativa e assistenziale delle Scuole di specializzazione di area sanitaria», dispone, all’Allegato 1, nella parte sugli «standard strutturali fondamentali» legati ai «livelli minimi di accettabilità» per la scuola di specializzazione in Pediatria, che «Degenza, Day Hospital e Osservazione Breve devono essere tutti presenti sia nella struttura di sede che nella struttura collegata». Per altre specializzazioni, invece, come «Allergia e Immunologia clinica», l’Allegato 1 stabilisce che la relativa scuola debba avere «Degenza (ove presente o derivabile da Area Omogenea) e/o Day hospital». È chiaro, dunque, il significato normativo del suddetto regolamento, secondo cui ogni sede di scuola di specializzazione in Pediatria deve avere posti letto di degenza ordinaria, oltre che di day hospital e di «Osservazione Breve».

La strada tracciata dal commissario Occhiuto e dall’Università

Nella primavera del 2022, il commissario alla Sanità calabrese, Roberto Occhiuto, aveva evidenziato: «La Regione deve sostenere l’Università ma deve, anche, chiedere all’Università di fare di più per assistere i calabresi. Sto chiedendo all’Università di essere più risorsa per l’assistenza sanitaria». Nel settembre 2022, l’allora rettore dell’Università di Catanzaro, Giovambattista De Sarro, aveva dichiarato: «Sono qui dal 1983 e conosco tutta la storia di questo ateneo. Da tantissimi anni, volevamo Pediatria all’interno della struttura universitaria. Circa 15 mesi fa, ho iniziato questo percorso affinché la Pediatria universitaria venisse trasferita nell’ambiente universitario. L’importanza di questa operazione è stata subito ben compresa dai commissari dell’azienda Mater Domini e dell’Azienda Pugliese-Ciaccio. Abbiamo lavorato – aveva aggiunto il rettore – nell’interesse della nostra Calabria, dei pazienti, delle famiglie, degli specializzandi e del territorio. Continueremo a farlo per realizzare un centro di riferimento nel Meridione».

L’opportunità di voltare pagina

Forse i tempi sono maturi perché tutte le istituzioni sanitarie convergano, date le volontà già espresse, per il rilancio effettivo della Pediatria universitaria, anche alla luce dell’accordo di collaborazione tra l’ospedale “Bambino Gesù” e la Regione Calabria, partito nel gennaio 2023. Così si potrebbe: ridurre la migrazione sanitaria dei bambini e delle loro famiglie; alimentare la fiducia nel Servizio sanitario calabrese e trattenere nel territorio regionale i futuri specializzati in Pediatria nell’Università di Catanzaro. (redazione@corrierecal.it)

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