Secondo il racconto di Bernadette al Curato Peyramale, l’apparizione del 2 marzo 1858, si svolse così:
“Che cosa ti ha detto?”. “Di andare a dire ai preti che si venga qui in processione”.
In verità, il colloquio fra il Parroco e la pastorella fu tutt’altro che cordiale: “Tu dici che vedi la santa Vergine?”, domando’ il Curato, “Non ho detto che è la santa Vergine”, replico’ Bernadette; di rimando il Parroco: “Allora chi è questa signora?”, rispose: “Non lo so”.
Bernadette era intimidita e preferì contenere il racconto, un po’ come aveva fatto con le autorità civili.
In realtà percepiva di non essere creduta neanche dai sacerdoti…
Al punto in cui si era giunti, con quella marea di persone presso la grotta, a me pare sia inverosimile che il Curato fosse ancora così sicuro del fatto che la pastorella raccontasse fandonie.
Ma sulla questione del momento in cui si verificò questa conversazione dirò dopo.
Per ora preme inoltrarsi nel racconto di un colloquio, per così dire, molto franco:
“Bugiarda…”, esclamò a questo punto il Curato, e la piccolina: “Aqueró chiede che si vada in processione alla grotta”. Ed il Parroco, con tono severo: “È il vescovo che decide le processioni. Se fosse qualcosa di buono, la visione non direbbe sciocchezze. Torna a casa e non uscire più”.
Accompagnavano Bernadette due zie, le quali, vedendo l’irritazione del Curato, presero per il braccio la pastorella e s’incamminarono verso casa.
Mentre erano già per strada la veggente si fermò di colpo e disse alle zie: “Ho dimenticato di dire della cappella!”.
Del fatto d’avere inquietato il Curato Bernadette sembrava non interessarsi tanto: pensava soltanto ad essere precisa in ciò che doveva riferire.
Più avanti dirà, infatti: “Non sono stata incaricata di farvi credere. Sono stata incaricata di riferire”.
Quindi si precipitò di nuovo davanti al Curato Peyramale: erano questa volta presenti anche i due vicari Pène e Serres ed il cappellano Pomian.
“Aqueró mi ha detto anche: Andate a dire ai preti di costruire qui una cappella.”
“Una cappella?” Replico’ il Parroco.
“Ma non sai come si chiama?” E soggiunse: “Bisogna domandarglielo”.
In realtà intorno al contenuto di questa apparizione si è aperto un dibattito tutto interno alla Chiesa.
Chiaramente la circostanza dell’iniziale incredulità (recte: prudenza) delle gerarchie ecclesiastiche intorno alle apparizioni, da una parte e quella delle insinuazioni dei laicisti francesi circa un’orchestrazione (dai preti) di apparizioni farlocche d’altra parte, hanno forse indotto a collocare il contenuto di questo messaggio della Vergine ora nel corso della settima apparizione ora in questa, ossia nella tredicesima.
E ciò in modo che la reazione del Clero risultasse più o meno tempestiva, con tutte le conseguenti conclusioni anche sul piano della ricostruzione storica dei fatti.
Non compete qui di prender posizione su tale questione ma certo è opportuno prendere atto che, al 2 marzo 1858, l’apparizione si svolse nel modo raccontato da Bernadette.
Ne’ si può escludere che la richiesta della Vergine al Clero sia stata rivolta in due diverse occasioni, quantomeno in ragione del silenzio sugli eventi serbato dagli ecclesiastici fino al 2 marzo 1858.
In alternativa si può accedere alla diversa ipotesi che l’apparizione fu silenziosa, ma la visione recò comunque grande conforto alla pastorella, la quale seguitava a sentire nel suo cuore il richiamo della Vergine.
Ed è proprio su questo ultimo aspetto che oggi vorrei soffermarmi brevemente.
La Vergine Maria intercede presso il Figlio in favore dell’umanità. Particolarmente cara al Suo cuore e’ proprio l’umanità dolente, fatta da coloro che patiscono nel corpo e nell’anima.
Mi sovvengono a tal proposito quelle parole pronunziate a Cana di Galilea: “fate quello che Egli vi dirà”.
La Mamma, attenta e premurosa, si accorge che “non hanno più vino”, e chiede a Gesù di anticipare “la sua ora” e così dare inizio ai “segni” della Salvezza.
Quell’attrazione che Bernadette sentiva in petto e che la faceva volare verso l’incanto della visione, altro non è che la voce sollecita della Madre che, sulle ali dello Spirito, c’invita a fidarci di Lui.
Anche per noi peccatori, rimasti privi della grazia di Dio, c’è salvezza, se solo facciamo ciò che “Lui ci dirà”, così che ogni fatica si faccia letizia ed ogni smarrimento si trasformi in crescita.
E così pure ogni sconfitta si muterà in Speranza.
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