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il caso

Fuga dei medici da Crotone, si va verso l’assemblea provinciale dei sindaci

A sollecitare l’incontro è stato il sindaco di Melissa, Raffaele Falbo, con una telefonata fatta al presidente dell’organismo Vincenzo Voce

Pubblicato il: 02/03/2024 – 17:18
di Gaetano Megna
Fuga dei medici da Crotone, si va verso l’assemblea provinciale dei sindaci

CROTONE Si va verso la convocazione dell’assemblea provinciale dei sindaci per discutere della fuga dei medici dall’ospedale di Crotone. A sollecitare la convocazione dell’assemblea provinciale è stato il sindaco di Melissa, Raffaele Falbo, con una telefonata fatta al presidente dell’organismo Vincenzo Voce, primo cittadino di Crotone. Secondo quanto riferito da Falbo, Voce si sarebbe impegnato a contattare immediatamente il commissario dell’Azienda sanitaria provinciale pitagorica, Antonio Brambilla, che attualmente è fuori sede. La data della convocazione potrebbe essere indicata già i primi giorni della prossima settimana. La denuncia fatta da questo giornale sulla situazione difficile in cui versa l’intero comparto della sanità nella provincia di Crotone, incomincia così a dare qualche frutto. Sulla vicenda oggi è intervenuto anche il segretario area vasta della Funzione pubblica Cgil, Franco Grillo, che conferma «la drammaticità della situazione della mancanza dei medici, che non riguarderebbe solo Crotone, perché nei prossimi anni, a livello regionale, avremo una carenza di 7.000 medici». La situazione più complicata si vive a Crotone.

Le preoccupazioni

«La provincia pitagorica – ha detto Grillo – rispetto agli altri territori della Calabria, paga lo scotto su due cose: la fuga dei medici verso il privato e la fuga verso gli ospedali più appetibili». La fuga è un dato di fatto conclamato. Gli ospedali che richiamano medici dai territori più deboli (ospedali spoke) «sono le due hub di Catanzaro e Cosenza. Anche i giovani professionisti non scelgono Crotone, perché manca l’incentivazione della carriera e quella finanziaria». A Crotone si percepisce poco e non c’è un miglioramento professionale. La preoccupazione di Grillo è rappresentata dal fatto che «se non si rende appetibile la sanità pubblica sul fronte economico e su quello della carriera e tra qualche anno avremo una sanità pubblica senza medici». Il problema c’è e a Crotone la fuga, iniziata da tempo, ha subito un’accelerazione negli ultimi tempi perché ben sette medici in un solo giorno (non era mai successo prima) hanno deciso di dimettersi volontariamente per andare a lavorare da un’altra parte. L’emorragia purtroppo è continua e la cosa grave è rappresentata dal fatto che hanno deciso di lasciare il “San Giovanni di Dio” anche medici con incarico a tempo indeterminato per iniziare un’attività precaria. Il direttore sanitario dell’Asp pitagorica, Pasquale Mesiti, ha un’altra visione sulla fuga dei medici. In una recente intervista rilasciata a Crotone, sul tema introdotto da questa testata giornalistica, Mesiti ha detto che non ci sarebbe fuga dei medici dall’ospedale, ma semplicemente un avvicinamento a casa. Nessuno ha chiesto a Misiti perché la voglia di avvicinamento a casa non ci sia anche da parte dei giovani medici crotonesi che lavorano nelle strutture pubbliche e nelle università.

La fuga dei medici

La fuga c’è e continua ad esserci, ma il riequilibrio manca. Grillo non ha dubbi sul fatto che “nel passato l’ospedale di Crotone rappresentava un forte richiamo visto che è stato scelto da professionisti che hanno fatto scuola in Italia”. Nel passato dall’ospedale di Crotone non si fuggiva, anzi era una meta agognata. Evidentemente chi ha fatto le domande a Mesiti non era a conoscenza della storia sanitaria del “San Giovanni di Dio, d’altra parte ha attribuito a Mesiti il ruolo di direttore sanitario dell’ospedale. Non è un refuso di poco conto, perché c’è una grande differenza tra il ruolo di direttore sanitario del centro ospedaliero e quello dell’Asp. La differenza esiste anche nel tipo di incarico: Il direttore sanitario dell’ospedale è da anni ricoperto da Lucio Cosentino, vincitore di concorso, mentre quello di direttore sanitario è ricoperto da Mesiti che è detentore di un incarico fiduciario dato da un altro incaricato fiduciario, che è il commissario Brambilla. Commissari e direttori sanitari cambiano continuamente, mentre Cosentino continua a stare al suo posto. Dall’ospedale di Crotone, purtroppo, non stanno fuggendo solo i giovani medici, che dovrebbero rappresentare il futuro della sanità.

I reparti in crisi

La fuga è stata avviata da alcuni primari che hanno deciso di sbattere la porta pur avendo la possibilità di restare ancore per qualche anno. Sono andati in pensione Lino Mungari Dionisio Gallo (pronto soccorso e medicina d’urgenza), Gaetano Mauro (medicina generale), Sergio Arena (cardiologia) e Massimo Allò (Ematologia e Microcitemia). Cardiologia, oltre ad Arena, ha perso altri medici e tra i dimissionari degli ultimi giorni ci sono anche due cardiologi. Cardiologia è un’unità operativa dove la mancanza di medici ha già fatto suonare l’allarme rosso. La direzione strategica ha compreso la situazione tanto è vero che nei bandi emessi per consentire la mobilità (il trasferimento a Crotone da altri territori) ci sono tre posti per cardiologia. Gli altri posti sono così suddivisi: tre posti in neurologia, tre posti in pediatria e sei posti in psichiatria. Speriamo che qualcuno decida di venire a Crotone, magari qualche crotonese che sente la nostalgia del mare e del cielo azzurro. Sino ad oggi, però, questo non è successo, perché i bandi per l’assunzione degli specialisti si sono chiusi con insuccessi. Non è un mio pensiero, perché questi dati sono stati forniti da commissari che hanno preceduto Brambilla nella gestione dell’Asp. Chi ha partecipato alle conferenze stampa, tenutesi prima dell’avvento di Brambilla, ha avuto queste notizie. L’attuale commissario non ha ancora convocato nemmeno una conferenza stampa per parlare dei problemi eppure è alla guida dell’Asp pitagorica dallo scorso mese di ottobre. Non ha nemmeno spiegato perché, nonostante le polemiche, abbia legittimamente deciso di andare avanti con il bando del concorso per assumere un addetto stampa. La commissione che esaminerà i curricula è tutta composta da amministrativi, così come la  nuova «delegazione trattante di parte pubblica abilitata alla contrattazione integrativa aziendale – area sanità – dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e delle professioni sanitarie» risulta composta esclusivamente da amministrativi. Significa che quando si andrà a stabilire il compenso della contrattazione integrativa non ci sarà nessun rappresentante dei medici nella commissione. Ci sono questioni che solo Brambilla può e deve chiarire, partendo dalle emergenze che è rappresentata dalla carenza dei medici a partire nei reparti di pediatria, cardiologia ed ematologia. In quest’ultima unità operativa da quando è andato in pensione Allò sono rimasti solo due medici. Se uno dei due si ammala, il reparto rischia il default. I medici vanno via, come ha sottolineato Grillo, perché non sono incentivati e vengono spesso chiamati a garantire doppi o tripli turni. A Crotone si lavora duro e senza riconoscimenti. Allò racconta che, quando ha annunciato di volere andare via, nessuno ha cercato di dissuaderlo. Altro che avvicinamento a casa. I medici che lavorano o hanno lavorato all’ospedale pitagorico meriterebbero un medaglia per lo spirito di sacrificio. Non si può, infine, pensare di sostituire sic et simpliciter tutti i nostri laureati in medicina con professionisti cubani. Meno male che i cubani ci sono (“piuttosto che niente è meglio piuttosto”), ma occorre prendere atto che i nostri medici possono vantare una professionalità diversa.  

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