CROTONE Il sindaco di Crotone ha deciso di dire no alla modifica del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) e chiede il rispetto di quanto sancito nel verbale della Conferenza decisoria del 24 ottobre 2019. Non ci sono le condizioni per pensare ad uno smaltimento a Crotone dei veleni presenti nell’area industriale e, quindi, dovranno essere trasportati fuori dal territorio calabrese. Non ci sono le condizioni per trattare con l’Eni, perché con i dirigenti del cane a sei zampe che si occupano della bonifica «non si riesce a ragionare». Nelle scorse settimane Voce non aveva escluso che i veleni potessero essere smaltiti nella discarica di Columbra, a Crotone. Forse sperava di ripetere le modalità dell’accordo sottoscritto con i dirigenti che si occupano dell’estrazione del metano. Quell’accordo ha consentito all’amministrazione comunale di Voce di ottenere 16,5 milioni di euro. Secondo quanto è stato possibile apprendere, l’idea era quella di trovare una soluzione anche per la bonifica che, però, non c’è stata e, quindi, si aprono le porte per uno scontro.
E’ evidente che la nuova posizione del sindaco di Crotone cambia completamente la prospettiva e anche per il commissario straordinario per la bonifica, Emilio Errigo, al di là degli annunci, il percorso diventa in salita. Non si può escludere che anche con lui si prospetta una situazione di scontro. Ora tutto dipenderà da quello che decideranno di fare la Regione Calabria e la Provincia di Crotone. In passato le tre istituzioni locali hanno sempre marciato unite. La decisione di Voce sicuramente metterà in crisi anche la Regione e la Provincia. A Crotone si pensa che sicuramente sulla decisione di Voce potrebbe avere pesato il movimento popolare che si è venuto a creare per impedire all’Eni di realizzare il proposito di smaltire a Crotone i veleni. In pochi giorni sono stati costituiti il comitato “Fuori i veleni – Crotone vuole vivere” che fa riferimento a Mario Oliverio, ex presidente della giunta regionale calabrese, e quello nato lo scorso 5 aprile con convegno organizzato dal Partito democratico. Il comitato che fa riferimento ad Oliverio ha già avviato una raccolta di firme, utilizzando una piattaforma on line e la stessa cosa è successa per l’altro comitato, che oltre al Pd ha registrato l’attenzione di tutte le forze politiche (centrodestra e centrosinistra). Sembrava che i due movimenti potessero muoversi in antitesi, ma il pericolo pare essere rientrato perché in una riunione tenutasi nella sede provinciale del Pd, nel tardo pomeriggio di oggi, è stato deciso di fare passi per unificare i due fronti di lotta. Il Pd ha, infatti, deciso di utilizzare lo stesso stampato del Comitato che fa riferimento ad Oliverio per raccogliere le firme in persona. Il segnale mandato è quello che si vuole unire il fronte. Per evitare anche altri fraintendimenti è stato deciso di tenere le prossime riunioni in una sede diversa dal Pd. Una sede non di partito.
Non c’è dubbio che tutti questi movimenti che prendono forma potrebbero avere indotto il sindaco a decidere di rimettersi la maglietta ecologista, che lo ha aiutato a vincere la competizione elettorale amministrativa. Probabilmente ha compreso che la sua nuova posizione non sarebbe stata compresa dagli elettori. Prima di oggi era disponibile a dire sì al conferimento nell’impianto di Columbra dei veleni presenti nell’area industriale, a condizione che si ponessero i paletti per impedire eventuali ampliamenti della discarica di proprietà dei fratelli Vrenna. Evidentemente l’intransigenza dell’Eni di volere chiudere la partita e l’incalzare dei movimenti potrebbero avere convinto Voce che la posizione che aveva assunto non avrebbe fatto l’interesse della città. Si tratta comunque di una dichiarazione di guerra che dovrebbe essere ufficializzata il prossimo 3 maggio, quando tutti i soggetti interessati saranno chiamati ad esprimersi nell’ennesima conferenza dei servizi convocata dal ministero dell’Ambiente.
«Non è cambiato nulla rispetto a febbraio 2023». Ha detto il sindaco di Crotone Vincenzo Voce. «Nessuna proposta di sviluppo per la città, nessun passo indietro su contenziosi, nessuna variazione del fattore di pressione areale (raggio 5 km), pertanto nessuna bonifica a ribasso per i cittadini. In più chiederò alla Regione l’escussione della polizza e l’immediato soil mixing sui 242.000 mc di suoli di Pertusola che pregiudicano la messa in sicurezza della falda. L’ho detto per la terza o quarta volta ad Eni. Se alla Provincia hanno fatto causa per non pagare il 3% del collaudo sul POB FASE 1 di che parliamo? Far risparmiare soldi per la bonifica che Eni è obbligata a fare? Siamo seri: questo Pob non l’ho approvato io. Semmai lo sto subendo» chiosa Voce. «Anche oggi la discussione sulla messa in sicurezza della viabilità ordinaria, nel caso di chiusura per più anni della strada consortile, è una gara a ribasso. Su una bonifica che costa non meno 300/400 milioni facciamo riunioni su riunioni con anas, VVFF, Polstrada, provincia, ecc. per 450.000 euro di lavori? Se avessero proposto un centro di ricerca da 200/300 posti potevi pure riflettere, ma senza nessuna proposta dopo la bocciatura di lasciare i rifiuti in impianti di scopo, perché dovremmo accettare “ribassi”?». (redazione@corrierecal.it)
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