COSENZA L’esplosione di Gennaro Tutino a Cosenza sta salvando la realtà bruzia dall’ennesimo declino della sua storia, ma al tempo stesso mette all’angolo il presidente del club Eugenio Guarascio. Che ora più che mai si trova davanti a un bivio: infischiarsene dei sentimenti del popolo rossoblù come più volte ha inteso fare nell’ultimo decennio, oppure provare a riavvicinarlo quel popolo. L’attaccante campano, mai come quest’anno, ha dimostrato tutto il suo valore. Un talento cristallino, mai emerso nella sua unicità nelle tante città in cui ha provato ripetutamente a ripartire. L’exploit da giovanissimo a Cosenza con il ritorno in serie B, la permanenza l’anno dopo in cadetteria grazie ai suoi 10 gol, la serie A appena sfiorata a Verona prima di un lento girovagare ancora per i campi della seconda serie nazionale: da Empoli a Salerno (qui con una promozione in A condita da 13 reti), da Parma a Palermo, per poi rifugiarsi nel suo porto sicuro, la città-casa in cui è diventato grande. Oggi Gennaro Tutino da Napoli, 27 anni, è un attaccante completo, maturo, con la testa del leader e del trascinatore, capace di gesti di affetto verso i suoi compagni di squadra in difficoltà e di colpi da fuoriclasse assoluto. Come se ne vedono pochi in giro in un panorama italiano sempre più alla ricerca disperata di goleador.
In maglia rossoblù ha già messo a segno 15 gol in 34 partite, quasi tutti uno più bello e diverso dell’altro, che sarebbero potuti essere di più senza quell’infortunio dopo appena tre minuti di derby contro il Catanzaro che gli ha fatto saltare un mese di campionato. 15 gol come Gigi Marulla in B, la bandiera e il mito di Cosenza, e Cristiano Lucarelli, a sole quattro lunghezze da Marco Negri. E qui, dunque, torniamo all’inizio, al bivio di Guarascio.
La prossima estate, se i Lupi di William Viali otterranno la salvezza, il Cosenza potrà far valere sul Parma (lanciatissimo verso la serie A e proprietario fino a giugno 2025 del cartellino del calciatore) il diritto di opzione per il riscatto, la cui cifra si avvicina ai 2 milioni di euro. Il punto è che su Tutino da tempo hanno messo gli occhi diverse squadre top di B e qualcuna di A. Trattenerlo in rossoblù, dunque, sarà tutt’altro che semplice. Per farlo – ma potrebbe non bastare – Eugenio Guarascio, oltre a uno sforzo economico mai prodotto per un calciatore dal 2011 ad oggi, dovrà garantire allo scugnizzo napoletano una stagione ambiziosa e non più improvvisata e di sofferenza.
Tutino, soprattutto negli ultimi dieci mesi, ha compreso, se mai avesse avuto qualche dubbio, cosa significa per lui Cosenza. Senza i colori rossoblù addosso e il calore incondizionato di un’intera provincia, non è mai riuscito ad esprimere tutto il suo potenziale. Sa benissimo che a Cosenza potrebbe entrare nella storia come un nuovo Gigi Marulla e non restare, di conseguenza, un semplice attaccante senza patria, seppure di primissimo livello.
Ma al tempo stesso, com’è giusto che sia, è ambizioso e spera in una chiamata dalla massima serie.
Potrebbe essere quindi proprio il numero 9 il punto di svolta (negativo o positivo) della lunga e tribolata era Guarascio a Cosenza. Potrebbe essere lui, dopo un’annata faticosa condita anche dai guai giudiziari del patron, a decretarne la sua rottura definitiva con la città o un ipotetico nuovo inizio. (f.veltri@corrierecal.it)
(Foto Cosenza calcio)
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