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Le indagini

Morte di Denise nel Lao, chiesti due rinvii a giudizio

La Procura di Castrovillari ha chiuso le indagini sulla tragedia avvenuta un anno fa nel fiume. Nei guai il presidente del circolo e la guida

Pubblicato il: 11/05/2024 – 8:38
Morte di Denise nel Lao, chiesti due rinvii a giudizio

CASTROVILLARI Due rinvii a giudizio per la morte di Denise Galatà, la studentessa morta mentre faceva rafting sul fiume Lao. È quanto ha richiesto la Procura di Castrovillari al termine delle indagini sulla drammatica vicenda avvenuta il 30 maggio del 2023. Le richieste riguardano il presidente del consiglio direttivo della società di rafting, Giuseppe Cosenza e per l’istruttore che conduceva il gommone sul quale sedeva Denise, Giampiero Bellavita. Ad entrambi gli inquirenti contestano il reato di omicidio colposo.
La Procura contesta quel reato al presidente della società perché non avrebbe ottemperato al divieto di introdursi nel fiume Lao previsto dall’apposita ordinanza comunale emessa in attivazione dello stato di allerta meteo, consentendo le attività di rafting. Contestazioni anche all’accompagnatore di Denise che, stando alle risultanze investigative, non sarebbe stato in possesso di una qualifica sufficiente per la navigazione nel Lao.
Il gommone sarebbe stato poi condotto in modo inadeguato rispetto alle contingenti condizioni, consentendo la presenza di sole ragazze che, ancorchè inesperte ed esili, cadevano più volte durante la discesa prima dell’evento fatale per Denise. La stessa guida, stando alle risultanze investigative avrebbe trascurato e sottovalutato le criticità non interrompendo la navigazione ed affrontando il tratto critico del Lao, nel quale la ragazza cadeva nel fiume senza più risalire.

La vicenda

Era il pomeriggio del 30 maggio 2023 quando l’operatore della Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Castrovillari, allarmato per la scomparsa di Denise Galatà avvenuta durante un’escursione di rafting sul fiume Lao, avvisava immediatamente tutte le pattuglie a disposizione. I militari in massa convergevano per iniziare le ricerche, protrattesi fino alla notte e che permettevano di recuperare gli studenti dell’Istituto Linguistico Giuseppe Rechichi di Polistena nonché i professori e le guide che avevano accompagnato la scolaresca, aiutandoli a risalire la ripida sponda.
Denise però mancava all’appello e dagli accertamenti coordinati nella stessa notte dal dottor Alessandro D’Alessio, Procuratore Capo della Procura di Castrovillari, svolti  dal sostituto di turno della Procura e dai militari dell’Arma, grazie alle testimonianze raccolte dagli stessi amici della ragazza venivano ricostruiti gli ultimi momenti prima che l’adolescente cadesse in acqua senza più risalire.
Le operazioni di rintraccio riprese all’alba del 31 maggio dai vari reparti specializzati dell’Arma nonché dal personale del Soccorso Alpino Calabria e Vigili del Fuoco, permettevano di recuperare il corpo esanime della giovane che, come chiarirà l’autopsia, era deceduta per annegamento.
La conseguente apertura dell’inchiesta, che ha visto il sequestro della struttura di rafting nonché di tutti i gommoni e le attrezzature utilizzate durante l’escursione, si concentrava sulle condizioni metereologiche e sul rispetto delle condotte tenute. (redazione@corrierecal.it)

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